Anche quest’anno Legambiente Umbria ha realizzato il rapporto Ecosistema Urbano Umbria, la versione regionale del più noto dossier nazionale che da ormai 30 anni Legambiente realizza assieme al Sole24Ore e Ambiente Italia. Nel rapporto umbro si pone in essere una sfida di competitività verso la sostenibilità non soltanto tra le due città capoluogo, Perugia e Terni, ma anche tra gli altri 13 Comuni più grandi della Regione, quelli con una popolazione superiore ai 15 mila abitanti (Orvieto, Narni, Foligno, Città di Castello, Spoleto, Gubbio, Assisi, Bastia Umbra, Corciano, Marsciano, Umbertide, Todi e Castiglione del Lago). Comuni che, tutti insieme, arrivano a coprire il 70% della popolazione umbra.
Dai dati analizzati, riferiti perlopiù al 2021, emerge come le città umbre non migliorino abbastanza e abbastanza velocemente le loro performance ambientali: mentre continua incessante la diminuzione della popolazione umbra, le emergenze urbane evidenziate negli anni precedenti rimangono le medesime e riflettono un sostanziale immobilismo nelle politiche improntate alla sostenibilità, seppur con qualche importante eccezione cui guardare per tracciare la rotta del cambiamento su scala regionale. L’insieme degli indicatori selezionati copre sei principali componenti ambientali presenti in una città: aria, acque, rifiuti, mobilità, suolo ed energia per valutare tanto i fattori di pressione e la qualità delle componenti ambientali, quanto la capacità di risposta e di gestione ambientale da parte dei Comuni stessi.
“Il Dossier sull’Ecosistema Urbano Umbro, – afferma il presidente regionale di Legambiente, Maurizio Zara – giunto alla sua terza edizione, si arricchisce di un ulteriore indicatore che riguarda la qualità dell’aria, ovvero la concentrazione di biossido di azoto, uno dei principali inquinanti che causa problemi alla salute degli umbri. Ulteriore novità è che sia il report che la piattaforma web digitale per la navigazione dei dati hanno una nuova veste grafica che si integra con gli obbiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 dell’ONU, coerentemente alla versione nazionale. Lo sforzo conoscitivo e informativo della nostra associazione – prosegue Zara – è volto a fornire ad amministrazioni e cittadini uno strumento orientativo per mettere in connessione tra loro e confrontare gli indicatori e i dati ambientali delle città umbre. L’idea è quella di partire dai numeri per arrivare all’informazione, alla comprensione e per innescare quel cambio di passo repentino imposto dall’emergenza energetica, ambientale e sociale”.
Dalla classifica e dai dati di questa edizione emerge che nelle città umbre ci sono sempre più auto in circolazione e aumentano anche incidenti con morti e feriti, pochi passi avanti nella transizione energetica alle rinnovabili. Consumo di suolo che continua a crescere in maniera significativa, soprattutto in alcune città, e perdite lungo la rete idrica che rimangono preoccupanti per quasi tutti. Sono davvero poche le performance che migliorano e che, quindi, non incidono in modo significativo sul quadro generale. Se da una parte migliorano i livelli di smog in alcune città, dall’altra va comunque sottolineata la circostanza che siamo ancora ben lontani dai livelli raccomandati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Allo stesso modo, migliora il livello della raccolta differenziata, ma non in maniera generalizzata. L’Umbria dell’economia circolare è a più velocità: in alcune aree vengono implementati sistemi virtuosi di raccolta differenziata, mentre altre città arretrano.
“La terza edizione umbra del report – sottolinea Mirko Laurenti, dell’Ufficio Scientifico nazionale Legambiente e curatore del rapporto nazionale Ecosistema Urbano – diventa sempre più interessante come integrazione al lavoro che da trent’anni svolgiamo a livello nazionale con le oltre cento città capoluogo di provincia. Il report di Legambiente Umbria, infatti, può dare un importante contributo alle città e alle amministrazioni locali per informare sullo stato dell’arte delle principali matrici ambientali analizzate e per sollecitare e accelerare quei percorsi virtuosi da intraprendere nel cammino della transizione ecologica. Le città devono essere protagoniste di una nuova ripartenza capace di ripensare l’organizzazione, la forma e le funzioni dei quartieri, il modo con cui le persone si muovono nei centri urbani, garantendo insediamenti multifunzionali e inclusivi”.
Il trend che emerge dal report non è lusinghiero, ma la speranza è che le risorse del PNRR e le urgenze imposte dai cambiamenti climatici e acuite dalla guerra ancora in atto, infondano di coraggio le azioni delle amministrazioni umbre che devono mettere in atto i cambiamenti necessari alla giusta transizione ecologica. A ribadirlo anche Luca Proietti, direttore generale di Arpa Umbria: “La transizione ecologica nelle città è una questione di metodo: l’attuazione di progetti verdi richiede una programmazione locale mirata, per obiettivi. Il grande lavoro fatto da Legambiente ci restituisce un’immagine della nostra regione che può aiutare decisori politici, stakeholder ed esperti di settore a tracciare nuove strategie per lo sviluppo urbano”.
Alla conferenza stampa di presentazione del report, tenutasi presso la Sala Convegni Maurizio Santoloci nella sede di ARPA Umbria a Terni, hanno preso parte Maurizio Zara, Presidente Legambiente Umbria, Mirko Laurenti, responsabile Ecosistema Urbano per Legambiente nazionale APS, Luca Proietti, Direttore Generale ARPA Umbria, Brigida Stanziola, Direttrice Legambiente Umbria, e Fabio Duca, Assessore all’ambiente del Comune di Castiglione del Lago che si è distinto nella classifica generale delle città umbre analizzate per aver risalito la classifica di ben tre posizioni.