Grande soddisfazione è stata espressa da Pier Francesco Pennazzi, titolare della Liberovo, azienda produttrice di uova biologiche di Montecastrilli (TR), che ha recentemente partecipato al Sana di Bologna, il Salone internazionale del biologico e del naturale, giunto quest’anno alla sua trentunesima edizione.
Liberovo si è ormai definitivamente qualificata come azienda biologica di rilevanza nazionale grazie all’assoluto rigore nella produzione di uova biologiche di elevata qualità, delle quali garantisce la genuinità lungo tutta la filiera. Liberovo produce autonomamente la totalità dell’energia impiegata in azienda grazie ad un impianto fotovoltaico integrato, coltiva la totalità dei cereali tramite aziende convenzionate dedicate che costituiscono la filiera e il comprensorio biologico dell’azienda, inoltre i pascoli aziendali sono impiegati per la produzione della totalità dei foraggi destinati al consumo delle galline ovaiole, sia con il bel tempo, quando sono libere di pascolare all’aperto, sia con il cattivo tempo all’interno dei ricoveri, sotto forma di fieno essiccato, garantendo quindi la stessa alimentazione in ogni condizione climatica. L’intero ciclo, dalla produzione alla commercializzazione, avviene all’interno dell’azienda garantendo una filiera cortissima, rigidamente controllata e biologica al 100%, che è in grado di fornire, al consumatore finale, un prodotto freschissimo.
Liberovo radica la sua etica nelle regole semplici del rispetto di ogni forma di vita, nella generosità, lealtà ed onestà, regole che, con l’esempio, sono state tramandate di generazione in generazione: dal nonno Carlo Pennazzi, fondatore dell’azienda agricola, al nipote Pier Francesco che ne ha raccolto il testimone.
Al suo terzo anno di partecipazione al Sana di Bologna, Liberovo quest’anno, per la prima volta, ha voluto portare in fiera anche il suo costante impegno sul versante della cultura e della promozione territoriale. Liberovo infatti è sponsor del concorso legato al Museo dell’Ovo Pinto di Civitella del Lago, piccolo museo situato nel borgo affacciato sul lago di Corbara nel comune di Baschi, in provincia di Terni, che custodisce al suo interno una vasta collezione di uova di origine animale, decorate a mano con le tecniche più svariate.
A Bologna dal 6 al 9 Settembre, accanto alle sue uova biologiche, Liberovo nel suo stand ha esposto una selezione di uova dipinte di varie dimensioni, dalle uova di gallina a quelle di struzzo, provenienti dalla collezione del Museo dell’Ovo Pinto. L’allestimento, curato dal prof. Claudio Pieroni dell’Accademia di Belle Arti di Roma ha previsto la collocazione delle opere in campane di vetro in pyrex soffiate a mano appositamente progettate, poste su piedistalli in legno naturale. Il legno dei piedistalli è stato trattato con un impregnante biologico realizzato secondo una antica ricetta che prevedeva l’utilizzo del tuorlo e dell’albume dell’uovo, fiele di bue e gomma arabica naturale, un ulteriore dettaglio che unisce, in un ideale filo rosso, l’uovo, i suoi innumerevoli impieghi, la cultura e l’arte.
In tale ottica l’uovo, elemento altamente simbolico legato alla vita e alimento base della nostra nutrizione, si propone anche come veicolo di promozione culturale legato al territorio che lo produce: un territorio legato alla cultura contadina che, per tradizione, decorava le uova destinate alla benedizione ed al consumo durante la colazione del giorno di Pasqua, un territorio, quello umbro, dove l’arte è di casa, basti pensare a Giotto o al Perugino; un territorio dove il paesaggio è l’elemento distintivo, nel quale campi coltivati si alternano ad aree boschive, costellate di piccoli borghi e dove, anche i centri più grandi, sono ancora a misura d’uomo.