Spettacolo unico al teatro Lyrick di Assisi che mercoledì 28 marzo alle ore 10 ospiterà La paranza dei bambini di Roberto Saviano e Mario Gelardi, progetto del Nuovo Teatro Sanità.
Lo spettacolo – Nel gergo camorristico “paranza” significa gruppo criminale, ma il termine ha origini marinaresche e indica le piccole imbarcazioni per la pesca che, in coppia, tirano le reti nei fondali bassi, dove si pescano soprattutto pesci piccoli per la frittura di paranza. L’espressione “paranza dei bambini” indica la batteria di fuoco, ma restituisce anche con una certa fedeltà l’immagine di pesci talmente piccoli da poter essere cucinati solo fritti, proprio come quei giovanissimi legati alla camorra che Roberto Saviano racconta nel suo best seller. E quel romanzo diventa uno spettacolo teatrale che racconta una verità cruda, violenta, senza scampo, che non a caso nasce nel Nuovo Teatro Sanità, un luogo “miracoloso” nel cuore di Napoli, dove si tenta di costruire un presente reale e immaginare un futuro possibile. “L’infanzia è una malattia, un malanno da cui si guarisce crescendo”, diceva William Golding, l’autore de “Il signore delle mosche”. E come nel romanzo di Saviano così anche in scena i protagonisti creano una loro comunità che impone regole feroci per perdere l’innocenza e diventare grandi.
Dopo la felice esperienza dello spettacolo “Gomorra”, Saviano e Gelardi si uniscono di nuovo in questo progetto teatrale per raccontare la controversa ascesa di una tribù adolescente verso il potere, pronta a piombare nel buio della tragedia shakespeariana (lo studioso Jan Kott non diceva forse che è il macello uno dei temi nodali dell’opera di Shakespeare?) e nel nero infinito dei fumetti di Frank Miller.
“Il Nuovo Teatro Sanità e Mario Gelardi – spiega Roberto Saviano – non sono solo resistenza e non sono semplicemente teatro. Loro sono il nucleo intorno al quale alla Sanità, a Napoli, si costruisce un presente reale, che si può toccare vedere e ascoltare. Un futuro che si può immaginare. Loro sono voci che sovrastano urla, sono mani tese. Con loro, con Mario, lavoro per portare in scena “La paranza dei bambini”. Solo loro possono trasformare in corpi, volti e voci le mie parole”.