Gubbio a Natale è una meta quasi obbligata, per ammirare il magico Albero di Natale che si adagia sul versante del Monte Ingino che guarda la città. Accanto alla magia del Natale da non perdere anche l’interessantissima mostra proposta alle Logge dei Tiratori e visitabile fino al 3 marzo 2024 dedicata a “I Macchiaioli e la pittura en plein air tra Francia e Italia”.
La mostra, esaustiva per numero di opere, più di 80, e per artisti presenti, analizza puntualmente un periodo della pittura che attraversò la seconda metà del XIX secolo. Enorme fortuna ha conosciuto l’interpretazione francese della pittura all’aria aperta che, nella sua forma più famosa, si espresse attraverso la corrente dell’Impressionismo, in contrapposizione con quella italiana, ancora poco conosciuta dal grande pubblico, rappresentata dal gruppo, appunto, dei Macchiaioli che, addirittura, anticiparono l’omologa francese.
La natura, la campagna, gli animali della fattoria e l’uomo in rapporto con il suo contesto agreste sono i soggetti più rappresentati, ma senza lirismi o idealismi, anzi, con un che di malinconico, ritratti nella loro realtà e nell’essenza dei loro destini.
Nel confronto tra Italia e Francia è indispensabile partire dall’esperienza della “Scuola di Barbizon”, i cui rappresentanti si dedicarono per primi alla rappresentazione di paesaggi naturali non legati a temi mitologici o archeologici.
In Italia, i primi pittori a dedicarsi ad una nuova concezione di paesaggio furono quelli partenopei, tanto che napoletana fu la prima Accademia della penisola a istituire la cattedra di paesaggio. Il “trend” investì poi anche il resto della Penisola, i pittori si ispirarono alla pittura, tra gli altri, di Camille Corot e di Daubigny, dei quali sono presenti dei pezzi in mostra.
Nasce quindi, di conseguenza, la ricerca di una nuova forma espressiva che dà origine alla corrente dei Macchiaioli, il cui nome deriva dalla nuova tecnica della “macchia”, che accentua i chiaroscuri come strumento per rappresentare efficacemente la realtà, rappresentando lo stadio finale e non quello intermedio nella realizzazione dell’opera.
La mostra indaga poi il rapporto di questi artisti con la nuovissima tecnica della fotografia, la produzione di caricature realizzate nel Caffè Michelangiolo di Firenze, “covo” e ritrovo dei Macchiaioli e il loro rapporto, piuttosto, conflittuale con la produzione impressionista.
Benedetta Tintillini