Dallo scorso 22 maggio si è aperta, all’interno del Complesso monumentale del Duomo di Siena, la mostra “Masaccio e La Madonna del solletico. L’eredità del cardinal Antonio Casini, principe senese della Chiesa”, dedicata alla committenza del cardinal Antonio Casini, vescovo di Siena tra il 1408 e il 1426, un principe della Chiesa al centro della politica religiosa del suo tempo, tanto da essere definito ‘l’altro papa’ da un diplomatico senese. Fra le opere appartenute all’insigne umanista e teologo si segnala la Madonna col Bambino, detta ‘del solletico’, di Masaccio, tangibile segno del legame intenso del Casini con la Vergine Maria, prestito generosamente concesso dal direttore delle Gallerie degli Uffizi, Eike D. Schmidt, alla Fabbriceria senese.
Il Rettore dell’Opera della Metropolitana, Guido Pratesi, è lieto di “presentare alla città e ai suoi visitatori un approfondimento culturale all’interno del suo Complesso e dell’Acropoli che acquisisce una valenza significativa e amplia l’offerta di visita per un turismo di qualità in questo momento di ripartenza”.
L’esposizione promossa dall’Opera della Metropolitana, è ideata e organizzata da Opera Laboratori, con la collaborazione dell’Arcidiocesi di Siena – Colle di val d’Elsa – Montalcino, della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Siena, Grosseto, Arezzo, della Biblioteca comunale degli Intronati.
Alla realizzazione della mostra ha contribuito un comitato scientifico internazionale costituito da insigni studiosi italiani e stranieri, le cui ricerche sono confluite in un prezioso catalogo edito dalla casa editrice Sillabe, curato da Marilena Caciorgna e Cristina Gnoni Mavarelli, introdotto da Sua Eminenza Reverendissima Cardinale Augusto Paolo Lojudice, Arcivescovo Metropolita di Siena – Colle di Val d’Elsa – Montalcino, dal Rettore dell’Opera della Metropolitana Guido Pratesi, da Don Enrico Grassini, direttore Ufficio Beni Culturali Ecclesiastici Arcidiocesi di Siena – Colle di Val d’Elsa – Montalcino e dallo stesso Eike D. Schmidt. I saggi sono di Antonio Paolucci, Cristina Gnoni Mavarelli, Machtelt Brüggen Israëls, Marilena Caciorgna, Wolfgang Loseries, Francesca Fumi Cambi Gado, Barbara Tavolari, Annalisa Pezzo, Marta Fabbrini.
Antonio Casini nacque, per via paterna, da una eminente famiglia di archiatri pontifici, mentre la madre era imparentata con la famiglia Colonna, la medesima di Martino V, il papa dal quale fu creato prete cardinale del titolo di San Marcello nel 1426. Come osserva Antonio Paolucci, che ha offerto il suo prestigioso contributo alla realizzazione della mostra, “è ragionevole pensare che la Madonna del solletico sia stata dipinta in quella occasione o poco dopo.
In quel dipinto si incontrano due destini. Da una parte il potente prelato, ricco e sagace protagonista del suo tempo, già vescovo di Siena che con la nomina cardinalizia tocca il culmine della sua fortuna politica. Dall’altra Masaccio, un giovanissimo artista che sta affermandosi faticosamente sulle piazze artistiche di Firenze e della Toscana. Due uomini, Masaccio e Antonio Casini, divisi da rango sociale e dal censo e tuttavia arrivati fino a noi grazie a un piccolo dipinto che racconta di una mamma che gioca con il suo bambino”.
All’interno del Complesso del Duomo di Siena il Casini ha lasciato un’eredità artistica significativa, come il rilievo di Jacopo della Quercia nella Galleria delle Statue del Museo dell’Opera, la copia del suo testamento nell’Archivio dell’Opera della Metropolitana o l’elegante pastorale con il Battesimo della Sala del Tesoro.
Questo straordinario manufatto, documentato negli inventari pressoché contemporanei, fu donato alla Cattedrale dal cardinal Casini quale insegna più significativa del suo mandato: “quando fu vescovo qui”. Il baculo, a imitazione di quello utilizzato dai pastori, simboleggia l’autorità episcopale e rinvia direttamente al Vangelo di san Giovanni nel quale Cristo è il buon pastore che guida il suo gregge. Corredano l’itinerario espositivo alcuni manoscritti, fra i quali il Cerimoniale dei vescovi miniato da Martino di Bartolomeo, concesso in prestito dalla Biblioteca Laurenziana di Firenze e il Messale romano della Biblioteca Comunale degli Intronati di Siena con carte decorate da un miniatore attivo a Siena intorno al 1428-30.
Ma il suo prezioso lascito non riguarda soltanto la città natale giacché egli aprì percorsi di comunicazione tra Siena, Firenze, Grosseto, Roma, ecc., di cui recano testimonianza alcuni prestiti come la Madonna delle ciliegie del Museo d’Arte Sacra della Diocesi di Grosseto. Nella città eterna, il cardinale dedicò le proprie cure alla chiesa titolare di San Marcello al Corso e, in particolare, alla Basilica di Santa Maria Maggiore, per la quale commissionò la grande pala dipinta su due lati, dove Masaccio e Masolino ebbero a confrontarsi. Nella medesima chiesa il Casini predispose di essere sepolto, legando se stesso alla basilica esquilina in vita e dopo la morte sopraggiunta nel 1439.