Il Maggio Bello Perugino, la tradizionale rassegna dei gruppi del Cantamaggio, quest’anno non si terrà, a causa della grave situazione di emergenza sanitaria legata alla epidemia da Coronavirus.
Il Cantamaggio è uno dei canti più conosciuti di questua della tradizione contadina. La sera del 30 aprile di ogni anno, infatti, i maggiaioli, gruppi di musici e cantori popolari, cominciavano a girare di casa in casa nelle campagne perugine ed umbre, proseguendo per tutta la notte, per annunciare l’arrivo del maggio.
Lo strumento musicale più comune era l’organetto, oppure la fisarmonica; nell’Ottocento era molto popolare anche il violino.
Col Cantamaggio, i cantori celebravano il ritorno della primavera, il risveglio della natura, il ciclo della vita che riprende, la gioventù, l’amore, la fertilità, portando auguri di benessere per la comunità e per i singoli. Si ravvivava anche la cultura dell’ospitalità, perché ogni famiglia accoglieva e omaggiava i maggiaioli offrendo loro cibo, salsicce, uova e vino: un ringraziamento per l’augurio festoso portato a casa.
Nel Territorio Perugino, il Cantamaggio ha tradizioni antiche. Ma con la fine della mezzadria e l’abbandono delle campagne, il rito si è perso, e oggi rimangono pochi gruppi di maggiaioli, per lo più nelle frazioni a est del Tevere. Qui è rimasto vivo in particolare il Maggio bello perugino, cioè il canto del maggio in sestine di ottonari, come testimoniato già dal manoscritto perugino di Francesco Stangolini del 1685 (“Il maggio dei contadini”). Ancora in qualche località si sente avvicinarsi la musica della fisarmonica, e inizia il canto:
Ecco maggio ch’è venuto – son tre dì che l’ho saputo
l’ho saputo giù pel piano – dove spunta l’erba e ‘l grano
dove cresce l’orzarella – ecco ‘l maggio bimba bella…!
S’arillegra ‘l somaretto – che pastura su pel greppo
s’arillegra la cavalla – che nun magna più la paja
magna l’erba tenerella – ecco maggio bimba bella…
Poiché però ormai la popolazione vive in città, anche il canto del maggio dalle campagne si sposta in città. È altresì una formula per fare conoscere quanto avveniva nelle nostre realtà di campagna, per ridare slancio e visibilità a questa antica tradizione. E così la “Società del Bartoccio” ha iniziato dal 2018 ad organizzare la rassegna del Maggio bello perugino, per portare sulla piazza di Perugia l’antica tradizione del Maggio bello, con alcuni dei gruppi che tuttora operano sul nostro territorio.
La prima manifestazione si svolse in piazza Matteotti, con la partecipazione di un folto pubblico, tra cui molte persone, soprattutto giovani, che non avevano mai sentito questi canti. Il vino, le fave, il pecorino soano stati offerti come simboli del maggio, mentre tutta la Piazza era ornata di fiori di ginestra, il fiore del maggio e di Leopardi.
Nel 2019 era stata programmata la seconda edizione. Al numero contenuto di gruppi presenti l’anno precedente, si erano aggiunti altri gruppi di cantori di diverse località che avevano con entusiasmo aderito alla iniziativa. Tutto era pronto per celebrare il nuovo maggio nella antica “piazza delle erbe” (il “Sopramuro”, oggi piazza Matteotti), la piazza dove un tempo si svolgeva il mercato dei contadini e degli ortolani perugini. Ma violenti temporali in quei giorni ed in quel sabato prescelto costrinsero alla sospensione, con non poco rammarico.
Sabato 23 maggio avrebbe dovuto svolgersi la rassegna 2020: erano stati contattati numerosi gruppi del territorio: i Maggiaioli di Valfabbrica, di Petrignano, di Colombella, di Ramazzano, di Piccione, gli Amici del Subasio, la Nuova Brigata Pretolana, e altri ancora. Un appuntamento dunque che prometteva vivacità e divertimento, ma che purtroppo le disposizioni sul necessario distanziamento e la gravità della situazione, tuttora di emergenza, non ci consente di realizzare.
Ma l’appuntamento rimane: sulla pagina facebook del Bartoccio e sul sito della Tramontana saranno pubblicati i video dei maggiaioli, i loro canti di questi anni.
L’appuntamento rimane per maggio 2021, in piazza, per far di nuovo risuonare la musica e il canto dei maggiaioli.