Come sta la 194, la legge sull’interruzione volontaria della gravidanza? Se ne parla oggi 15 luglio, alle 19 a POPUP in piazza Birago, a Perugia, in occasione della presentazione del volume Mai dati – Dati aperti (sulla 194). Perché sono nostri e perché ci servono per scegliere (Fandango Libri) di Chiara Lalli e Sonia Montegiove. L’incontro, promosso da Cellula Coscioni Perugia, Associazione Liberamente Donna, Ru2020 – Rete Umbra per l’Autodeterminazione, e UDI Perugia – Unione Donne in Italia, vedrà la partecipazione delle autrici che dialogheranno con Sara Pasquino e Francesca Brutti.
I dati della relazione di attuazione del Ministero della salute sono chiusi, aggregati per regione e vecchi. Cioè sono poco utili e poco a fuoco. Immaginate – si legge nelle note di presentazione del libro – di voler sapere se in un ospedale si eseguono le interruzioni volontarie della gravidanza, perché non in tutti gli ospedali si può abortire, quanti ginecologi ci sono e quanti di questi sono obiettori di coscienza. È possibile? Non proprio. Che fare? O avete un amico medico, meglio se in buoni rapporti con la direzione sanitaria di quell’ospedale, oppure potete provare a telefonare o a mandare una email, ma in questo caso potrebbe volerci molto tempo e non è nemmeno detto che riuscirete a ottenere questa informazione. Perché le Asl o i singoli ospedali non sempre rispondono, anche se dovrebbero, oppure elencano scuse burocratiche e amministrative e difficoltà nel recuperare i dati. Ecco perché “Mai dati”, perché i numeri delle singole strutture non ci sono o si trovano solo con molta fatica.
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