Un settore che sta incontrando moltissime difficoltà a causa delle misure precauzionali imposte dalla diffusione del coronavirus è sicuramente quello della cultura e dello spettacolo che, per esistere, ha bisogno della presenza di un folto pubblico. I lavoratori dello spettacolo non sono solamente (anzi, lo sono in minima parte) persone privilegiate con alti cachet, fama e successo, ma sono piccole realtà ed una serie di maestranze grazie alle quali è possibile realizzare un prodotto di qualità. Il disagio sentito dal settore è stato espreso attraverso il manifesto lavoratrici e lavoratori di AADDU– Umbria (Attrici Attori Danzatrici Danzatori Umbri Uniti) che è stato inviato lunedì 25 maggio all’attenzione della presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei, dell’assessore al turismo e cultura, Paola Agabiti, della Giunta Regionale dell’Umbria e anche ai vari gruppi consiliari e che pubblichiamo:
Manifesto lavoratrici e lavoratori dello spettacolo dell’Umbria
Siamo lavoratrici e lavoratori professionisti dello spettacolo dal vivo. Lavoriamo come artisti e formatori nelle discipline performative del teatro, della danza e della musica. Il nostro lavoro, ibrido e fluido, nonostante la sua natura atipica e in parte immateriale, è profondamente funzionale al processo evolutivo e culturale della società, come riconosciuto dalla Costituzione Italiana (Art.9 e Art.33).
Siamo in collegamento diretto con la rappresentanza sindacale, le varie associazioni e i movimenti nazionali che si sono mobilitati, in seno all’attuale situazione di emergenza, per un radicale cambiamento del CCNL, per la tutela del lavoro professionale,eper riconoscere alla categoria delle lavoratrici e lavoratori dello spettacolo la stessa dignità e adeguate tutele di tutte le altre categorie.
Il blocco delle attività ha fatto emergere le criticità che da sempre contraddistinguono il nostro lavoro e la mancanza di conoscenza da parte delle istituzioni della complessa specificità e fluidità che caratterizza le nostre professioni.
Stiamo usando questo tempo di sospensione delle nostre attività per dare valore ad una collettività che ha riscontrato problematiche comuni, individuando i percorsi di ricerca delle compagnie e degli artisti attivi nel territorio. Sentiamo l’esigenza di essere riconosciuti e avere voce in capitolo su tutte le questioni che toccano il mondo dello spettacolo dal vivo.
Il nostro obiettivo è quello di condividere un dialogo permanente con le istituzioni per mettere al servizio la nostra esperienza quotidiana e la nostra professionalità all’interno di una politica culturale che riguarda la comunità intera.
Viste le premesse chiediamo:
– l’istituzione di un tavolo tecnico regionale che possa discutere, con la compresenza di una figura sindacale, alcuni punti fondamentali della politica culturale regionale:
– Revisione della Legge regionale n. 17/2004. Norme in materia di spettacolo;
– Riforma e potenziamento dell’Osservatorio dello Spettacolo costituito dal Servizio della Direzione Regionale Cultura (Art. 3 comma f);
– Istituzione di un Registro Regionale o di altro strumento idoneo a riconoscere e tutelare le lavoratrici e i lavoratori delle arti e delle discipline dello spettacolo;
– Condivisione degli intenti riguardo le finalità generali , le modalità operative e le risorse necessarie del piano regionale per lo spettacolo, che ha piano triennale (Art. 6);
– Rispetto del CCNL per le professionalità prestate a spettacoli, manifestazioni, rassegne, enti patrocinanti e finanziati con fondi erogati alle amministrazioni pubbliche;
– Coinvolgimento diretto, insieme alle organizzazioni sindacali firmatarie del protocollo sulla sicurezza, nell’ideazione dei criteri circa la riapertura dei teatri, luoghi di creazione e rappresentazione, prevista per il 15 Giugno 2020.
Vista la natura inclusiva di questo processo, in costante evoluzione, invitiamo alla partecipazione tutte le categorie di lavoratrici e lavoratori dello spettacolo in Umbria, che si sentono rappresentati da queste istanze, sottoscrivendo questo manifesto ed entrando attivamente nel gruppo di lavoro.
Chiediamo pertanto attenzione da parte della comunità e una sollecita risposta da parte delle istituzioni politiche regionali per far fronte all’urgenza delle nostre istanze di lavoratori, che diventano collettive nell’ottica di una cura e di un beneficio pubblico.