La Fondazione per il Museo “Claudio Faina” e il Comune di Orvieto / Assessorato alla Cultura presentano la donazione Mario Lolli Ghetti che verrà custodita in alcune sale appositamente dedicate all’interno del Museo orvietano in Piazza Duomo.
L’appuntamento è per Sabato 23 settembre alle ore 17 con il saluto della autorità e la presentazione del volume dal titolo “L’entomologo curioso” di Mario Lolli Ghetti (Edizioni Clichy) che nel volume ha riunito le impressioni dei suoi numerosi viaggi in giro per il mondo. Oltre all’autore interverranno: l’architetto Ruggero Martines, il giornalista Paolo Mauri e Giuseppe Maria Della Fina, archeologo e direttore del Museo “Claudio Faina”.
Alle ore 18 seguirà l’inaugurazione ufficiale delle sale collocate al secondo piano di Palazzo Faina a chiusura del percorso museale, dedicate alla preziosa collezione donata dall’Arch. Mario Augusto Lolli Ghetti al Comune di Orvieto ed affidata alla “Fondazione Claudio Faina” per l’esposizione permanente presso l’omonimo museo (lo scorso 18 maggio il Consiglio Comunale ne ha approvato all’unanimità l’accettazione prendendo atto della dichiarazione dello stesso Arch. Lolli Ghetti in merito alla proprietà del lascito e alla regolare comunicazione della volontà alle competenti Soprintendenze Archeologiche di Roma e dell’Umbria).
La collezione è composta di 22 reperti di ceramiche attiche a figure nere e a figure rosse del VI – V sec. A.C. di rilevante valore, pregio artistico e storico e rappresenta in tal senso un’importante arricchimento del patrimonio archeologico della città di Orvieto e del demanio comunale. Si tratta di un nucleo di vasi comprendente un grande cratere a colonnette, tre anfore, una pelike, sette kylixes, un rython, un askos, due skyphoi e sei lekythoi. Numerosi sono i miti che vi sono raffigurati e quasi altrettante risultano le scene tratte dalla vita quotidiana, tra queste ultime si segnalano, in particolare, quelle legate alla tessitura.
L’Arch. Mario Augusto Lolli Ghetti, personaggio di grande profilo con una autorevole carriera nell’amministrazione dello Stato nell’ambito del Mibact in qualità di Dirigente Architetto dal 1989 dove ha da poco lasciato la Direzione Generale per il Paesaggio e l’architettura. Docente universitario, ha all’attivo anche diversi incarichi come importanti progetti museografici quali il Nuovo Museo Didattico dei Villa Adriana a Tivoli, la riprogettazione e restauro dell’accoglienza e sale storiche del Museo degli Uffizi a Firenze.
Nel testo che segue, lo stesso Arch. Mario Augusto Lolli Ghetti racconta i motivi che lo hanno spinto a collezionare antichità e poi a donarle alla Città di Orvieto: “Avendo, dopo più di trenta anni, riunito un insieme di vasi attici e volendo condividere con altri le gioie che questa ricerca mi aveva procurato, la soluzione più immediata mi è parsa quella di donare il tutto a un Museo. Complice il mio amico di sempre Marco Olivieri, la scelta è caduta sul Museo ‘Claudio Faina’di Orvieto, dedicato all’arte etrusca, i cui vasi derivano direttamente da quelli greci, ottimamente diretto con continua e instancabile attività da Giuseppe M. Della Fina. Inoltre il museo si trova in un palazzo proprio di fronte alla facciata della Cattedrale e si spera che possa attrarre un poco della folla di gente che visita quotidianamente il celebre monumento.
Il primo pezzo della mia raccolta è stato il grande cratere attico a colonnette e a figure rosse, proveniente originariamente, insieme a molta ceramica apula, da una collezione principesca napoletana, poi da una collezione inglese, a un cui membro della famiglia proprietaria il grande Giovan Battista Piranesi dedicò una tavola con inciso un celebre vaso marmoreo. Il cratere è poi finito sul mercato antiquario, dove io l’ho acquistato da Paolo Antonacci insieme a un cratere a campana apulo. Dopo queste prime opere, ho comprato presso case d’asta (Pandolfini a Firenze, Babuino e Antonina a Roma) molte coppe e vasi attici per averne una rappresentanza completa, con occhio attento alla qualità e al costo.
La grande pelike attica a figure rosse era in temporanea importazione dalla Germania; io l’ho acquisita per fare in modo che il reperto, benché privo di provenienza, divenisse definitivamente parte del Patrimonio Italiano. I vasi attici erano fatti principalmente per l’esportazione nel ricco mercato occidentale e un singolo pezzo, già vecchio di molti anni, poteva caratterizzare una sepoltura etrusca o apula.
È molto raro trovare vasellame intatto, ma io sono stato facilitato nella mia raccolta dal potermi giovare dell’opera di un restauratore provetto, proveniente dall’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, il signor Massimo Seroni”.
“Come ho già avuto modo di accennare nel consesso del Consiglio Comunale – afferma l’Assessore alla Cultura, Alessandra Cannistrà – l’acquisizione della collezione dell’Arch. Mario Augusto Lolli Ghetti al patrimonio archeologico e museale della Città di Orvieto è un grande onore e un impegno di responsabilità: questo atto generoso testimonia il senso più alto del collezionismo ma insieme il riconoscimento fiducioso del valore pubblico della cultura che come amministratori siamo chiamati ad alimentare e promuovere”.