Nei pressi di Massa Martana, in località San Faustino, lungo uno dei due tratti originali della via Flaminia, sorge, seminascosto nel verde, l’imponente Ponte Fonnaia.
La strada consolare Flaminia, che da Roma entrava in Umbria all’altezza di Otricoli, raggiungeva Narni da dove si diramava in due direzioni: una verso Terni e Spoleto e l’altra, quella dove ci troviamo, che passava attraverso Sangemini, Carsulae, il Vicus Martis, per poi ricongiungersi vicino Foligno ed arrivare fino a Rimini. Venne inaugurata nel 220 a.C. da Caio Flaminio nella sua veste di censore, allo scopo di realizzare un’arteria che permettesse un agile spostamento delle truppe in caso di disordini o rivolte nei territori controllati.
Lungo il suo percorso quindi, per oltrepassare un ostacolo naturale rappresentato da un affluente del Naia, fu costruito il ponte, il cui aspetto in origine doveva essere molto diverso da quello attuale, probabilmente realizzato in legno e in dimensioni ridotte.
Molto ben conservato, l’aspetto del ponte che possiamo ammirare oggi, risale ad un restauro di età augustea. Obliquamente orientato rispetto all’andamento del corso d’acqua, stupisce per le sue dimensioni, con i suoi circa 20 mt di larghezza e 8 di altezza. Per comprenderne la maestosità basta pensare che la via Flaminia, in Umbria, convenzionalmente ha una larghezza di 4 mt, la misura necessaria per far passare contemporaneamente due carri nei due sensi di marcia.
Il fascino irreale di questa testimonianza dell’antico è sicuramente amplificato dalla sua ubicazione, molto suggestiva, dalla cura impiegata nella sua realizzazione, con blocchi di travertino leggermente bugnato, particolari di pregio come la cornice che corre sui due lati la base della volta a tutto sesto, estendendosi anche ai lati esterni, e dalle sue dimensioni che sembrano, ai nostri occhi, stranamente imponenti rispetto alla larghezza del corso d’acqua da superare.
Una piccola curiosità è la presenza, visibile su alcuni dei blocchi utilizzati per la sua realizzazione, di due codici: “P2” o “2”, probabilmente utili per indicare la disposizione dei blocchi stessi durante la costruzione o, forse, indicatori della cava di provenienza del materiale.
La volta del ponte Fonnaia è totalmente conservata, anche se così può non sembrare, l’andamento obliquo delle pietre è dovuto alla particolare disposizione, alla quale si è già accennato, del ponte rispetto al corso d’acqua. Nessun masso è caduto, c’è solo un grande monolite che sembra in biblico, ma grazie alle tecniche costruttive dei Romani, con la disposizione a scalare delle pietre disposte a secco, sul ponte dai quasi 2000 anni di vita è ancora possibile, addirittura, parcheggiare le automobili.
di Benedetta Tintillini