E’ stato ufficialmente dato inizio ieri, con la cerimonia di inaugurazione a Matera 2019 Capitale europea della cultura.
Un rito che, ci auguriamo, sia molto di più che l’inizio di una manifestazione, ma che sia l’avvio di una ripartenza che il sud esige, e che possa coinvolgere tutta la nazione avviluppata dal senso di impotenza e dall’immobilità che ci annichilisce anche, e non solo per un concetto di Europa che è ancora troppo lontano dagli europei.
Ma perché questo nuovo rinascimento parte proprio da Matera? Forse perché, toccato il fondo come “vergogna” dell’Italia post bellica, poteva solo rimboccarsi le maniche e risalire, o forse perché la Basilicata, a differenza di presenze mafiose quali Ndrangheta e Camorra, ha un sistema mafioso meno “appariscente”… non è dato sapere, ma una cosa è certa: la formula scelta per Matera 2019 è l’unica vincente e premiante sul lungo periodo, con il coinvolgimento popolare nel senso più ampio e “verticale” del termine; non una serie di eventi organizzati dall’élite per l’élite, ma ogni persona è stata coinvolta per il suo valore intrinseco, per il suo saper fare, per il suo tesoro di competenze e conoscenze, ed ad ogni persona si sta mostrando come è possibile fare tesoro delle proprie peculiarità mettendole a frutto per il bene proprio e della comunità.
Gli stessi concetti sono stati espressi dal Presidente della Fondazione Matera – Basilicata 2019 Salvatore Adduce: “La nostra sfida quindi è stata quella di capovolgere un paradigma di destino. E oggi possiamo affermare con orgoglio che Matera costituisce un’esperienza unica tra le capitali europee della cultura. Perché per la prima volta l’operazione ha raggiunto subito una dimensione popolare e di massa: prima a Matera e Basilicata, poi in Italia e infine sul piano internazionale. Una volta tanto – ha concluso Adduce – dal Sud non parte una narrazione di piagnisteo. Non ci disperiamo per il treno o l’aereo che non arrivano a Matera, non neghiamo il divario che è testimoniato dalle cifre ma non ci abbandoniamo alla lamentazione. Vogliamo praticare il progresso. Abbiamo lanciato la sfida con il presente e per il futuro e l’abbiamo vinta”.
Durante la cerimonia di inaugurazione di Matera 2019, trasmessa in diretta su RaiUno condotta da Gigi Proietti, dal viso di Rocco Papaleo, lucano doc, traspariva tutto l’orgoglio e la felicità per vedere, finalmente, la sua regione ammirata e celebrata a livello internazionale, come ha affermato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel suo intervento: “Giorno di orgoglio per i materani, per la Basilicata; e per i tanti che hanno contribuito a progettare, a rendere vincente, a inverare qui la “Capitale della cultura europea 2019”. Giorno di orgoglio per l’Italia che vede una delle sue eccellenze all’attenzione dell’intero Continente”.
di Benedetta Tintillini