Mini-scosse al cervello per ridurre il desiderio incontrollabile di cibo e perdere peso, aiutando le persone affette da obesità a dimagrire tenendo sotto controllo le ‘voglie’ irresistibili tipiche del cosiddetto food craving.
E’ italiana la prima dimostrazione al mondo dell’efficacia della stimolazione magnetica transcranica profonda contro la malattia dei chili di troppo. Lo studio, presentato a New Orleans durante il Congresso dell’American Diabetes Association, porta la firma del team di Livio Luzi, responsabile dell’Unità di Endocrinologia e Malattie metaboliche dell’Irccs Policlinico San Donato, struttura milanese capofila del gruppo ospedaliero San Donato.
La stimolazione magnetica transcranica profonda – ricordano dall’Istituto, uno dei 18 ospedali del gruppo – è una tecnica non invasiva in cui il paziente indossa una sorta di casco leggero che applica dall’esterno una sollecitazione elettromagnetica a differenti regioni del cervello. Attualmente viene utilizzata in ambito neurologico e neuropsichiatrico, per la terapia di emicranie resistenti ai trattamenti farmacologici, depressioni maggiori, dipendenze e alcuni disturbi motori. Il lavoro di Luzi è il primo sull’applicazione della metodica nel trattamento dell’obesità.
Lo studio, prospettico e randomizzato in doppio cieco, ha coinvolto 16 pazienti obesi dai 22 ai 68 anni, con indice di massa corporea Bmi compreso tra 30 e 45. Il trattamento consisteva in 15 sessioni di stimolazione magnetica transcranica profonda (3 sessioni settimanali per 5 settimane, con 4 settimane aggiuntive di follow-up), che hanno prodotto un miglioramento significativo dei parametri metabolici (glucosio e colesterolo) e un’importante perdita di peso, fino a un -6%.
“Sappiamo che esistono due tipi di fame, quella ‘metabolica’ che percepiamo quando siamo digiuni da molte ore e sentiamo il familiare calo di zuccheri, e quella ‘edonica’ – spiega Luzi -. La fame metabolica è regolata dall’ipotalamo e in particolare dal nucleo arcuato, aree molto in profondità all’interno del nostro cervello e che non raggiungiamo con la stimolazione magnetica transcranica. Con questa tecnica arriviamo però al lobo prefrontale della corteccia cerebrale che regola la cosiddetta fame edonica, quella che sperimentiamo quando desideriamo ardentemente un cibo che ci gratifica e ci soddisfa anche a livello emotivo. La fame edonica è la fame cruciale da controllare nei soggetti obesi, per ridurre la voglia di cibo e modulare il senso di gratificazione e ricompensa collegato al suo consumo. “I risultati molto incoraggianti del nostro studio – aggiunge lo specialista – aprono la via a un utilizzo su larga scala di questo dispositivo sicuro, ben tollerato e non invasivo per la terapia dell’obesità, anche se dovrà essere valutato comparativamente con i trattamenti convenzionali per l’obesità, sia farmacologici sia di chirurgia bariatrica”. Lo studio, interamente condotto al San Donato, è stato finanziato dal ministero della Salute. Seguiranno nei prossimi mesi le ulteriori indagini per la valutazione dell’efficacia del trattamento a lungo termine (oltre i 6 mesi).