Sottratti al mercato clandestino reperti etruschi di eccezionale valore

reperti etruschi

A Città della Pieve recuperati otto urne etrusche, due sarcofagi e corredi funerari, reperti etruschi di eccezionale valore grazie all’indagine dei Carabinieri TPC. 

Oggi, presso la sede del Reparto Operativo del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale a Roma, si è tenuta una conferenza stampa che ha rivelato i dettagli di un’indagine che ha portato al recupero di straordinari reperti archeologici etruschi, risalenti al III secolo a.C. L’operazione, coordinata dalla Procura della Repubblica di Perugia, è stata condotta dalla sezione Archeologia dei Carabinieri TPC.

Alla conferenza erano presenti personalità di spicco, tra cui:

  • Raffaele Cantone, Procuratore Capo della Procura di Perugia;
  • Dott.ssa Annamaria Greco, Sostituto Procuratore della stessa Procura;
  • Gen. D. Francesco Gargaro, Comandante dei Carabinieri TPC;
  • Alessandro Giuli, Ministro della Cultura;
  • Luigi La Rocca, Capo del Dipartimento per la Tutela del Patrimonio Culturale del Ministero della Cultura.

L’indagine e il recupero

L’operazione ha avuto origine ad aprile, quando i Carabinieri hanno segnalato un possibile scavo abusivo tra Chiusi e Città della Pieve. Da fotografie circolanti sul mercato clandestino, sono emerse immagini di urne funerarie etrusche, poi identificate come parte di una necropoli legata alla famiglia Pulfna.

Grazie a intercettazioni telefoniche, osservazioni sul campo e l’uso di droni, è stato individuato il sito dello scavo clandestino. Successivamente, i Carabinieri hanno sequestrato:

  • 8 urne litiche etrusche, decorate con fregi e scene mitologiche, alcune con pigmenti policromi e rivestimenti in oro;
  • 2 sarcofagi, uno completo dello scheletro del defunto;
  • Un ricco corredo funebre, con specchi in bronzo, un balsamario contenente tracce di profumo, vasellame e pettini in osso.

Responsabile dell’attività di trafugamento un imprenditore locale, titolare di una società in grado di svolgere anche movimento terra, che possedeva, tra l’altro, terreni adiacenti a quelli in cui era stato scoperto nel 2015 l’ipogeo. In particolare, sono state individuate quali eventuali responsabili due persone, nei confronti delle quali si procede per i reati di furto e ricettazione di beni culturali e soprattutto sequestrate 8 urne litiche etrusche, due sarcofagi e il relativo corredo funerario di età ellenistica del III secolo a.C.

Valore storico e archeologico

Secondo gli archeologi del Ministero della Cultura, i reperti appartengono a un contesto funerario unico, attribuibile alla gens Pulfna. L’operazione è considerata una delle più significative nel recupero di manufatti etruschi.

“La rilevanza storica e artistica di questa scoperta è straordinaria, un traguardo per la tutela del patrimonio culturale italiano,” ha dichiarato il Gen. Gargaro.

I reperti, ora al sicuro, saranno sottoposti a ulteriori studi e restauri, con l’obiettivo di esporli al pubblico, restituendo al patrimonio collettivo un tesoro di inestimabile valore.

Questa operazione sottolinea ancora una volta l’importanza del lavoro svolto dai Carabinieri TPC e dalle istituzioni nel contrasto al traffico illecito di beni culturali.

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