Mino Lorusso ha presentato a Todi lo scorso 17 gennaio il suo libro ‘Umbrie. Luoghi, personaggi, storie e leggende’ nell’incontro delle 10.30 presso la Sala del Consiglio Comunale, organizzato dall’Unitre tuderte e patrocinato dal Rotary Club di Todi. Un incontro vivace e partecipato, grazie anche alla moderazione del giornalista Paolo Saraca Volpini, l’introduzione di grande spessore del Presidente Unitre Sergio Guarente (consulta qui il testo integrale), all’attenta lettura di brani scelti dal testo da parte di Filippo Orsini, Direttore dell’Archivio Storico di Todi, agli interventi sagaci e alle pertinenti domande del pubblico in sala.
“Il libro di Mino Lorusso – ha esordito il Presidente Unitre – è pervaso, prima di tutto, dal sentimento di riconoscenza dell’Autore nei confronti dell’Umbria, terra che, pur non essendo la sua per nascita e formazione, ne ha scandito tra le più significative esperienze umane e professionali, generando un profondo senso di appartenenza e una appassionata volontà di ricercarne l’essenza o natura di fondo, l’animus o genius loci.”
“Ho frequento l’Umbria spesso, – ha spiegato Lorusso – anche come inviato della Rai, ma poi, a un certo punto, è scattata in me un’esigenza: dovevo ridare all’Umbria quello che l’Umbria aveva dato a me.” Presidente dell’Ordine dei Giornalisti dell’Umbria e direttore del Bollettino dell’Istituto Storico Artistico Orvietano Lorusso ha svolto attività giornalistica presso varie testate nazionali, quali Rai, Stampa Sera, Gazzetta del Popolo, Sole 24 Ore, Panorama, MondOperaio, Il Messaggero, ed è stato giornalista parlamentare dell’Avanti!
“Il desiderio di ricambiare l’accoglienza ricevuta – ha precisato l’autore – si è concretizzata scrivendo dell’Umbria, cosa che ho fatto, anche su invito di un amico, il professor Dario Antiseri, che mi raccomandava di contribuire a correggere quell’immagine dell’Umbria che non corrispondeva, a suo dire, a quella reale, andando a recuperare le radici di questa terra, alla ricerca della sua essenza. E così è stato. Ho avviato una sorta di viaggio in questa regione, con ‘Il saio e la lince. Viaggio sentimentale nelle Umbrie dei miti’, uscito nel 2017, fino a raccogliere, in questo nuovo libro, tutte quelle storie che non avevo raccontato nel primo. Forse ce ne sarà un terzo, non so, quello che è certo è che dell’Umbria potremmo raccontare all’infinito, perché di storie ce ne sono veramente tante.”
Fra quelle raccontate nel suo nuovo libro le speciali narrazioni del rapporto tra Dante Alighieri e l’Umbria attraverso gli affreschi del Duomo di Orvieto e quelle legate alla prima immagine iconografica del Purgatorio, scoperta a Todi negli anni ’80 del Novecento. Ma anche le imprese calcistiche del Tavernelle di Angelo Moratti, prima tappa della nascita a Milano della Grande Inter di Helenio Herrera, la liberazione degli ebrei dall’Isola Maggiore e la storia di Polino che, dopo cinquecento anni, mantiene intatte le proprie tradizioni pugliesi. “Il legame tra individuo e luogo – si legge in un passo di ‘Umbrie’ – è strettissimo. Il luogo ha la capacità di esercitare una forza attrattiva, talvolta contraria, fatta di continui interscambi che ricadono sul piano emozionale. Ci sono luoghi ai quali siamo legati e che ci appartengono o ai quali ci sentiamo di appartenere. Altri suscitano ricordi, desideri, sensazioni, sogni. Altri ancóra provocano disagio, insofferenza o indifferenza”.
“Ebbene, – ha ripreso Guarente – non si può non consentire con Mino Lorusso circa il valore del ‘luogo’, inteso nel senso di costruzione sia concreta che simbolica dello spazio, che si caratterizza tendenzialmente, secondo l’analisi del grande antropologo Marc Augé, come ‘identitario’, ‘relazionale’ e ‘storico’: ‘identitario’ in quanto ogni individuo ne risulta influenzato nella formazione della propria identità personale, ‘relazionale’ poiché più persone che traggono parte della loro identità da un determinato luogo tenderanno a relazionarsi fino a creare delle identità condivise, ‘storico’ dal momento che, coniugando identità e relazione, si definisce a partire da una stabilità temporale minima.”
“Non c’è solo un senso di riconoscenza da parte mia verso questa terra – ha proseguito Lorusso – ma anche una forte convinzione: io credo che in un momento come quello che stiamo vivendo, un tempo di disorientamento dovuto a malattie, guerre, paure diffuse, noi abbiamo bisogno, in qualche modo, di recuperare le nostre radici, che sono l’elemento di certezza. Ed è nostro dovere, in qualche modo, trasmetterlo agli altri, alle nuove generazioni. Ma per tramandarlo dobbiamo conoscerlo e raccontarlo. Nasce da qui questo mio lavoro, che evidenzia, in qualche modo, quella pluralità che trae origine proprio dagli scontri, dall’antagonismo dei ‘campanili’ di questa terra.”
Vivace e intenso è stato il dibattito che è susseguito e che ha permesso di soffermarsi anche su criticità e interrogativi riguardo al futuro, ma l’autore, fra gli applausi sinceri e grati dei presenti, ha voluto chiudere l’incontro con la città di Todi con una citazione di speranza, la celebre frase di Orson Welles: “In Italia vi furono guerre, omicidi e terrore, ma vennero fuori Michelangelo, Leonardo e il Rinascimento. In Svizzera non vi fu che amore fraterno, ma in 500 anni di quieto vivere che cosa è venuto fuori? L’orologio a cucù!”
Maria Vittoria Grotteschi