Nel libro “Morgana” il cui sottotitolo è “storie di ragazze che tua madre non approverebbe” Michela Murgia e Chiara Tagliaferri raccontano le vite di dieci donne che, contro tutto e tutti, hanno affermato la propria personalità senza adeguarsi al pensare comune ed ai codici di comportamento fissati da altri (uomini).
Non da approvare né da condannare, le Morgane raccontate nel libro non si sono mai curate di mostrarsi per quello che non erano e, soprattutto, non si sono curate di cosa la gente dicesse o pensasse di loro. Quante di noi avrebbero, o hanno lo stesso coraggio? Siamo o non siamo, anche negli anni Duemila, con la presunta parità dei sessi, sempre in cerca di consenso? Alzi la mano chi non lo è, dalla dipendenza dai like sui social all’approvazione sociale, più o meno coscientemente ci comportiamo come si conviene, come ci vorrebbero gli altri, nello sforzo costante di rispettare le altrui aspettative, sia che si tratti dell’aspetto esteriore sia che si tratti del comportamento in famiglia e in società.
Moana Pozzi, Santa Caterina, Grace Jones, le sorelle Brontë, Moira Orfei, Tonya Harding, Marina Abramovic, Shirley Temple, Vivienne Westwood e Zaha Hadid sono le dieci “Morgana” raccontate nel libro. Qualche accostamento può sembrare arduo, come quello tra Moana Pozzi e Santa Caterina da Siena ma, a ben vedere, tutte e due si sono affrancate dalla visione che la loro famiglia aveva di loro per scegliere liberamente la propria strada, assumendosene i rischi e le responsabilità.
Tutte le donne raccontante sono donne di successo, ma non un successo gratuito (e per questo non effimero), un successo cercato, sudato, sofferto, nonostante la fatica e il dolore sopportato che, invece di fermarle, le ha spronate ancora di più a non nascondersi dietro l’immagine di una donna “per bene”.
Benedetta Tintillini