E’ morto all’età di 92 anni a Sudbury, nel Suffolk, l’ex militare e diplomatico inglese Christopher Woods, che rivestì il ruolo di agente segreto durante la seconda guerra mondiale, svolgendo incarichi di collegamento con i partigiani in Veneto.
L’annuncio della scomparsa è stato dato dalla famiglia al quotidiano londinese “The Telegraph” a funerali avvenuti. Dopo aver combattuto in Nord Africa, dove fu ferito, nel 1944, in convalescenza a Bari, Woods entrò nel Soe (Special Operations Executive). Come esperto di sabotaggi, nell’estate del 1944 fu paracadutato nel Vicentino, atterrando nella notte tra il 12 e il 13 agosto sull’Altopiano di Asiago, assieme al maggiore John Wilkinson e al caporale radiotelegrafista Douglas Archibald.
La missione di Woods e dei suoi compagni, in codice “Ruina”, operò fino alla fine della guerra in una vasta area del Veneto occidentale, ma principalmente tra Altopiano di Asiago, Val Posina e Val Leogra, collegandosi con tutte le formazioni partigiane della zona per azioni di sabotaggio dei nemici nazisti. L’ufficiale del Soe Woode operò tra Vicenza e Trento, tra i fiumi Brenta e Adige. Christopher Woods lasciò l’esercito britannico nel 1947 dopo aver svolto missioni a Giava e a Sumatra tra il luglio 1945 e il dicembre 1946. Nel 1948 entrò in servizio come ufficiale dell’MI6, l’agenzia di spionaggio per l’estero della Gran Bretagna.
Sotto copertura con incarichi da diplomatico, Woods fu in servizio a Teheran dal 1950 al 1952, poi al Cairo, seguendo una serie di operazioni nel canale di Suez; quindi a Cipro e poi a Varsavia. Nel 1957 svolse anche le funzioni di console a Milano. Nel 1962 arrivò a Roma per conto dell’MI6 e nel 1965 rientrò a Londra dove fu promosso controllore del blocco sovietico. Dopo essere andato in pensione, nel 1979, Woods si occupò di nuovo del Soe, ma questa volta come storico, scrivendo articoli, saggi e libri.