“A colpi di Matita”
La Grande Guerra nella caricatura
Roma, Camera dei Deputati “complesso di vicolo Valdina”
8 – 16 Ottobre 2015
Il racconto della Grande Guerra e dei suoi protagonisti attraverso un’unica ricca collezione privata: 15 riviste di satira politica europee, 306 immagini selezionate su oltre 1.000 individuate e 67 diversi artisti coinvolti.
La mostra A colpi di matita, realizzata dalla Fondazione Museo storico del Trentino nell’ambito delle manifestazioni organizzate in occasione del centenario della prima guerra mondiale e curata da Danilo Curti-Feininger e Rodolfo Taiani, propone un percorso che attraversa la storia delle più importanti riviste illustrate europee di satira politica e dei suoi collaboratori, spesso firme assai celebri come George Grosz, Lyonel Feininger, Golia (Eugenio Colmo), T. Theodor Heine, Paul Iribe, Frantisek Kupka, Nasica (Augusto Majani), Bruno Paul, Hermann Paul, Ratalanga (Gabriele Galantara), Antonio Rubino, Eduard Thoeny, Walter Trier.
Una serie di disegni, riprodotti e in originale, che aiuta a comprendere quanto la caricatura sia un’arma sofisticata, un’arte sottile dove non sempre si ride, a volte si pensa.
Dalla seconda metà dell’Ottocento, le riviste illustrate diventarono altrettante palestre nelle quali artisti, disegnatori e grafici si allenarono all’uso di nuove modalità comunicative. Tali riviste, veri e propri organi informativi, costituirono un’esperienza di grande rilevanza diffusa in tutta Europa. Prima ancora del massiccio ricorso alla fotografia era la forma grafica a proporre rappresentazioni, raffigurazioni e interpretazioni di eventi di cronaca che spaziavano dalla cultura al costume, dalla politica al tempo libero.
A colpi di matita approfondisce il tema del conflitto, della guerra, del combattente, genericamente intesi, interpretati e raffigurati durante la Grande Guerra. L’esposizione vuole essere un viaggio in compagnia di questi “protagonisti” che seppero raccontare con l’impietosa tecnica della caricatura quanto stava consumandosi attorno a loro. A tutti loro va riconosciuto il coraggio di aver saputo puntare l’indice, anzi la matita, contro coloro che stavano decidendo non solo della vita delle generazioni in guerra, ma dei destini futuri del mondo intero.
«Non appena si fiuta nell’aria tanfo di guerra, lezzo di cadaveri, puzzo di botte, le matite dei caricaturisti si ritengono automaticamente mobilitate. La Caricatura, infatti, è arma di prima linea, il più importante dei grossi calibri della propaganda in caso di conflitto. Il sistema più efficace per suggestionare, lavare e imbottire i crani, in quanto evita persino la fatica di leggere. Basta guardare» (GEC, «La caricatura in grigioverde». In: 1914-1918: cinquant’anni dopo: la prima guerra mondiale vista da caricaturisti americani, austriaci, belgi, danesi, francesi, inglesi, italiani, olandesi, russi, spagnoli, svedesi e tedeschi. A cura di Enrico Gianieri (GEC). Arezzo: Galleria comunale d’arte contemporanea, 1968, p. 15).