In mostra fino al 21 dicembre litografie e sculture di Salvador Dalì
Parte come una mostra di opere di Salvador Dalì e si sviluppa come una sorta di dialogo fuori dal tempo tra il maestro spagnolo del surrealismo e una serie di artisti contemporanei d’avanguardia. E’ in questo gioco di rimandi concettuali e costanti influenze che va letta l’intima essenza della mostra “Dalì a qui – The Misfits”, in scena da martedì 13 a martedì 21 dicembre all’interno del museo Bellini (lungarno Soderini 3, Firenze).
L’esposizione, che vuol essere un tributo al genio di Salvador Dalì, è stata curata dalla giovane polacca Weronika Kozior insieme a “Il Nuovo Rinascimento”.
Il vernissage è previsto per martedì 13 dicembre alle ore 18,30 e sarà preceduto da una conferenza stampa alle ore 11, con la presentazione delle opere e degli artisti coinvolti: in mostra saranno presenti 14 litografie e sculture di Salvador Dalì provenienti da collezioni private internazionali, insieme al tributo “firmato” da alcuni artisti contemporanei, i Misfits (gli “spostati”, omaggio al film del ’61 di John Huston sceneggiato da Arthur Miller e con Clark Gable) che compaiono nel titolo della mostra.
Si tratta del “padrone di casa” Luigi Bellini con una serie di artisti in massima parte legati all’Oltrarno fiorentino. Ognuno di loro, con la propria arte e una pluralità di stili, ha voluto rendere omaggio e al tempo stesso impreziosire – arricchendola di suggestioni – le litografie griffate da Salvador Dalì, dando vita a un vero simposio creativo multidisciplinare, che coinvolge pittura e scultura, disegno e fotografia, parole e musica.
Alcune delle opere esposte saranno poi donate all’ospedale Torregalli per continuare il progetto “Garga for hospital” ideato dall’omonimo artista scomparso nel 2013. Sarà presente inoltre una sorta di maschera in 3D che consentirà di entrare letteralmente dentro un’opera di Dalì.
A completare il mood surrealista della mostra in una prospettiva multisensoriale, le sale del Magazzino Interno Sveva del Museo Bellini ospiteranno in loop le scene più significative di alcuni dei più noti film del filone cinematografico surrealista, non a caso firmati da Dalì insieme al regista Luis Bunuel: Un chien andalou (1928) e L’Age d’Or (1930), oltre a “What’s my line”? Durante la settimana saranno inoltre allestite performance artistiche e concerti.