”Questo dibattito da solo dimostra l’arretratezza in cui siamo. Se c’è un settore in cui le frontiere non contano e devono contare solo i curriculum, è quello della cultura. Così funziona in tutto il mondo. Peraltro neo direttori dei nostri musei sono tutti europei, nessuno è straniero”. Lo dice il ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini, rispondendo alle critiche di chi ritiene che per i musei italiani sarebbe stato meglio nominare solo direttori italiani.
”Qualche settimana fa come direttore del British Museum è stato nominato un tedesco ma nessuno a Londra ha detto che arrivava un tedesco a rubare un posto”, prosegue Franceschini. Il ministro sottolinea come la nomina dei 20 direttori è ”solo ”l’ultimo pezzettino di una riforma che ha portato anche a quel risultato importante di 40 milioni visitatori totali nei nostri musei”.
”Noi non abbiamo un grande museo nazionale come sono il Louvre in Francia o il British Museum in Inghilterra. In Italia abbiamo una rete di 4mila musei diffusi sul territorio nazionale come nessun altro Paese al mondo. Non ci sarà mai nessun museo italiano tra i dieci grandi musei del mondo, perché noi ne abbiamo tanti e non è possibile neppure un confronto numerico per visitatori e collezioni con gli altri Paesi”.
Franceschini rivendica, grazie alla sua riforma, di aver creato al ministero una direzione generale dei musei e di aver creato 20 grandi musei dotati di autonomia, ”valorizzandoli”. Finora questi direttori erano ”semplici uffici diretti da un funzionario agli ordini di un soprintendente”. Il ministro ricorda anche ”il grande successo” della domenica gratuita al museo. ”E’ un fatto di straordinaria importanza il successo della domenica gratis al museo – osserva – è quasi una specie di festa di popolo. Ci sono oltre 700mila persone che ogni mese vanno a vedere il museo della loro città”.
Con la riforma dei beni culturali, conclude Franceschini, ”rafforziamo il processo di innovazione del Paese dando un contributo importante al Paese”.