Dopo un accurato lavoro di recupero architettonico e allestimento ha inaugurato, lo scorso 20 aprile, il Museo del Sagrantino all’interno del Complesso museale di san Francesco di Montefalco. Vino, territorio e cultura enologica sono raccontati nel rinnovato spazio dedicato al Montefalco Sagrantino DOCG, uva che dà il nome al vino prodotto esclusivamente nel territorio collinare di Montefalco e in parte nei Comuni di Bevagna, Castel Ritaldi, Giano dell’Umbria e Gualdo Cattaneo.
Presenti all’inaugurazione Donatella Tesei, presidente della Regione Umbria, Luigi Titta, sindaco di Montefalco, Daniela Settimi, assessore a Turismo e Cultura del Comune di Montefalco, Michele Fioroni, assessore allo Sviluppo economico della Regione Umbria, Paolo Bartoloni, presidente del Consorzio Tutela Vini Montefalco, Luigi Gambacurta, presidente dell’associazione ‘Studio e ricerche delle tradizioni popolari umbre – Marco Gambacurta’, Gianluca Bellucci, project manager di Maggioli Cultura e Turismo, e Serena Marinelli, responsabile del Complesso museale e presidente dell’associazione La Strada del Sagrantino.
La visita al Museo del Sagrantino è un’esperienza visiva e sensoriale che parte dalle antiche cantine dei Frati Minori Conventuali di Montefalco, già allestite con oggetti della tradizione contadina locale grazie alla collaborazione del professor Luigi Gambacurta e di Giulia Rotoloni, e prosegue con la scoperta di questa storica tradizione vitivinicola fra vigneti e piccoli borghi del territorio, già magnificamente raccontata da Benozzo Gozzoli nel 1452 nei suoi affreschi che illuminano proprio l’abside della Chiesa di San Francesco, oggi un raro gioiello di ciclo pittorico rinascimentale e vero documento storico sul paesaggio agrario e la città di Montefalco. Nel percorso sono esposti materiali del XVIII e XIX secolo legati alla lavorazione delle uve e alla produzione in cantina, documenti e video illustrativi. Nel museo prende vita un paesaggio tattile, mai uguale, che nei secoli ha fatto da sfondo alle pitture di Benozzo Gozzoli, del Perugino e di Pinturicchio. Il Museo del Sagrantino è il risultato di una sinergia tra pubblico e privato: è promosso dal Comune di Montefalco con il sostegno della Regione Umbria e la collaborazione del Consorzio Tutela Vini Montefalco e l’associazione La Strada del Sagrantino e l’associazione ‘Studio e ricerche delle tradizioni popolari Umbre – Marco Gambacurta’; i lavori di ampliamento sono stati realizzati grazie al Por Fesr 2007-2013, la direzione lavori è dell’architetto Bruno Gori, la realizzazione dell’allestimento di Tractis di Stefano Mosconi in collaborazione con l‘architetto Michele Giuseppe Onali e i contenuti a cura di Maggioli Cultura e Turismo. “È una bellissima giornata soprattutto per il Museo di san Francesco – ha dichiarato Settimi – che si completa con questa parte dedicata al Sagrantino, protagonista indiscusso di questo territorio. A questo vino autoctono va il nostro ringraziamento e a tutti i produttori che ne hanno fatto il cavallo di battaglia della promozione delle loro aziende. Per noi questo è il coronamento di un sogno perché sono dieci anni che c’è questo progetto di ampliamento delle cantine francescane, che permette di passare dalla parte più storica per arrivare, attraverso un racconto, uno storytelling e un video emozionale, fino ai giorni nostri”. “Il Sagrantino – ha aggiunto Marinelli – è il nostro prodotto principe che, nel corso del tempo, ha saputo posizionare il territorio di Montefalco e tutto l’areale del Sagrantino a livello internazionale. Avendo già dal 2006 la sezione dedicata alle antiche cantine francescane, abbiamo con questo museo voluto raccontare la storia di questo vitigno e quello che è oggi, quanto è importante per il territorio e quanto lo identifichi. Il Sagrantino non è soltanto un ottimo vino, ma un prodotto che racconta la storia, la tradizione, la bellezza di questa terra e vogliamo restituire al visitatore questa chiave di lettura”. “Sicuramente un evento importante oggi – ha commentato Tesei – perché il Complesso museale di san Francesco acquisisce nuovi spazi mettendo in collegamento le antiche cantine francescane con uno spazio immersivo che consente di ripercorrere non solo la storia del Sagrantino, ma di far vivere al visitatore la possibilità di recarsi direttamente sul territorio e visitare cantine, vigne e godere dei suoi paesaggi. È un arricchimento culturale importante e questo museo, che è sempre molto attrattivo a livello internazionale, lo sarà ancora di più”. “Questo nuovo allestimento – ha concluso Gori – vuole rappresentare l’evoluzione e il contesto sociale ed economico del territorio a cui è legato il Sagrantino. I visitatori possono anche capire quali sono le vocazioni enogastronomiche di questo territorio”.