Continua la mission di Ciliegiolo for Art, il progetto di Leonardo Bussoletti che unisce arte e vino radicando ancor più profondamente i prodotti della sua cantina al territorio che la ospita.
Il chiostro di Sant’Agostino di Narni si presenta ai nostri occhi come lo desiderò, e realizzò, nel 1693 padre Giovenale Sisti, vicario generale dell’ordine agostiniano, che ne dispose l’ampliamento e la decorazione delle 33 grandi lunette. Dopo alterne vicissitudini ed un lungo periodo di totale abbandono il chiostro è stato restituito alla città ed ai visitatori anche grazie al percorso meccanizzato che qui conduce, partendo dal parcheggio sottostante, attraverso un suggestivo percorso.
Le 33 lunette presentano, a maggior gloria dell’ordine, storie di santi e beati agostiniani, gli apparati pittorici si presentano alquanto deteriorati se non, in alcuni casi, pressoché totalmente illegibili.
E’ proprio al recupero dell’apparato iconografico delle lunette del chiostro che si è focalizzata l’attività di Leonardo Bussoletti che, grazie a “ciliegiolo for art”, si è dato l’obbiettivo di restaurare una lunetta all’anno anche grazie ai proventi della vendita del ciliegiolo 05035 Iuvenali Sisti, che rende ogni acquirente immediatamente partecipe del progetto di cui, grazie al QR Code posto nella retroetichetta, può seguire l’avanzamento dei lavori.
“Abbiamo rischiato non poter dare luogo all’evento quest’anno a causa della situazione che stiamo vivendo – afferma Bussoletti – ma l’importanza che questo appuntamento riveste per la cantina e per il suo attaccamento alla città è grande, non abbiamo potuto rispettare l’appuntamento canonico che coincide con la festa del patrono San Giovenale, ma esserci comunque e portare avanti il progetto di restauro è un segnale estremamente importante”.
Lo scorso 4 settembre è stata presentata la seconda lunetta del ciclo sottoposta a restauro definita, in un certo senso la più “importante” perché raffigurante il fondatore dell’ordine: Sant’Agostino è rappresentato seduto sul trono vescovile mentre due angeli sono procinto di porre la tiara sul suo capo, reca in mano un libro sul quale si possono leggere le prime parole della sua regola ed è attorniato da devoti militanti e rappresentati dell’ordine.
Le decorazioni delle lunette furono realizzate con pittura ad olio su intonaco asciutto e non “a fresco”, tecnica più resistente alle ingiurie del tempo. Oltre alle azioni di consolidamento dell’accorpamento dello strato di intonaco alle superfici preesistenti, si è proceduto poi all’integrazione delle parti pittoriche mancanti. Non sono mancate le sorprese: sono stati rinvenuti dei pallini di piombo penetrati nell’intonaco, alcuni dei quali sono ancora presenti, e un ulteriore azione di distruzione della decorazione che ha reso parzialmente illegibile il cartiglio posto alla base della scena rappresentata, mentre, probabilmente l’esecutore dell’opera si è autoritratto facendo capolino tra le figure di due monaci.
L’evento dello scorso 4 settembre è stato presentato dal gastronomo Andrea Amadei (Rai Radiodue Decanter) ed ha proposto anche una degustazione di vecchie e nuove annate di Leonardo Bussoletti guidata dal giornalista ed enogastronomo Antonio Boco.
Grazie all’attaccamento di Leonardo Bussoletti alla propria città e alla propria terra il ciliegiolo di Narni, un vino che ormai è di buon diritto in grado di ritagliarsi il proprio posto ed il proprio ruolo all’interno del panorama enologico nazionale, si identifica ancor più con la terra dove affonda le sue radici e da dove trae la sua forza e la sua personalità, le stesse doti che devono essere stimolo costante per una nuova rinascita culturale che non può prescindere dal patrimonio artistico che ci è stato lasciato in eredità: come la vite trae nutrimento dalle proprie radici, così l’identità di un luogo e dei suoi abitanti non può prescindere dal proprio passato.
Benedetta Tintillini