Nel centro storico di Narni, uno dei più ricchi, a mio avviso, della nostra regione, per atmosfera ed antichi edifici, sorge Palazzo Eroli, nelle cui sale è ospitato il Museo della città e del territorio.
Narni fu prima umbra poi Romana, la celeberrima Narnia, il suo nome deriva da Naar, fiume, il Nera che scorre alla base del costone roccioso dove sorge la città.
Ma pochi sanno che arrivarono a Narni anche gli antichi Egizi!!!
Loro malgrado, e migliaia di anni dopo, un sarcofago ligneo del III sec. a.C. appartenuto ad un sacerdote di nome Ramose e la mummia di una ragazza nubiana sono diventati narnesi di adozione. Un facoltoso abitante di Narni li acquistò alla fine dell’Ottocento durante un suo viaggio, per farne suppellettili nel salotto di casa.
Qualche notizia a proposito della ragazza nubiana: morì a circa vent’anni di verme solitario, la sua mummia, molto ben conservata, è decorata con la tecnica del cartonage: notevole la maschera funeraria e molto poetica la descrizione dei piedi con le infradito.
Nelle sale del piano nobile, dai pregevoli soffitti a cassettoni, si susseguono i reperti rinvenuti nell’area di Narni, a partire da un paio di zanne di un progenitore del mammuth, attraverso una serie di reperti di età preistorica e corredi funerari. Mi colpisce in modo particolare il trompe l’oeil della parete che ospita la finestra: il panorama sulla collina di fronte prosegue oltre gli stipiti della finestra sulle pareti ai lati, ed offre una sognante visione, in parte reale ed in parte virtuale, della collina di Santa Croce.
La Narnia romana vanta adddirittura un imperatore: Marco Cocceio Nerva, in una delle sale è possibile vedere una lastra a lui dedicata. Ma quella che mi colpisce ed intenerisce in modo particolare è la lastra dedicata dal figlio alla madre ostetrica, mentre molto curiosa è l’iscrizione, al tempo collocata sopra ad una tomba e quasi certamente fatta realizzare da un parente del defunto, con la quale si invita a non deturpare la tomba con slogan politici o altro (la maleducazione, quindi, ha radici antiche…)
Un salto nel Medioevo e su due bassorilievi di una chiesa ormai scomparsa troviamo il grifo di Narni (scopro che anche Narni ha il suo grifo!).La leggenda narra che sia lo stesso di Perugia: le due città ostili, per una volta alleate, sconfiggono il mostro e se lo dividono: una si prende la pelle e l’altra le interiora.
Collocata in un suggestivo allestimento l’originale coppa bronzea della fontana di Piazza dei Priori, realizzata nel 1303 da Marcuccio da Todi e Giovanni di Marco, e procedendo nella visita, una stanza a sé è dedicata al Capitano di ventura Erasmo da Narni, detto il Gattamelata, che a Narni visse però solo il periodo infantile.
La pinacoteca suscita in me, come sempre, un fascino del tutto particolare… una statua lignea della Sedes Sapientiae ci accoglie, tra pale d’altare, affreschi staccati di notevole fattura e mostre temporanee il percorso culmina con la suggestiva stanza dedicata alla Pala del Ghirlandaio.
L’allestimento toglie il fiato, in un ambiente totalmente nero spicca l’opera quattrocentesca illuminata magistralmente, il fulgore dell’oro applicato a foglia trasmette la potenza e l’imponenza della scena.
Commissionata dal cardinale Berardo Eroli, la pala lignea rappresenta la scena dell’incoronazione della Vergine. Arrivata da Firenze dopo la morte del committente, che non la vide mai compiuta, fu collocata nell’abside della chiesa di San Girolamo. Tale sistemazione non fu affatto casuale, durante alcuni giorni dell’anno i raggi di luce, filtrando attraverso il rosone, colpivano esattamente la scena centrale di Cristo che incorona la Vergine, creando una ulteriore, magica suggestione.
L’allestimento delle luci, che tanto ho apprezzato, riproduce tale situazione, permettendo allo spettatore di capire e godere del grande effetto scenografico che ne deriva.
Una particolartità: al centro della scena principale è collocata una semisfera a rilievo (cosa inconsueta), forse richiesta dal committente, allo scopo di ottenere un ulteriore riverbero di luce. Ho tentato con poco successo di fotografare l’opera nel tentativo di trasmetterne, seppur in minima parte, la magnificenza , ma se neanche McCurry è riuscito a ricreare l’atmosfera che si respira al suo cospetto, non rimane che venire a di persona a scoprirla.
Di fronte alla grande pala una Annunciazione di Benozzo Gozzoli, non una delle opere più riuscite, sono molto visibili alcuni ripensamenti dell’artista, ma di sicuro impatto per la delicatezza dei volti ed i curiosi, preziosissimi dettagli; dal decoro del tappeto raffigurante dei cani (forse l’opera fu commissionata dai Domenicani (Domini Canes)?), al decoro del copriletto sul giaciglio della Vergine con rami di vischio, simbolo della Passione di Cristo, alle chiavi infilate nella toppa di un cassetto, una delle quali penzola proiettando la sua ombra.
Passeggiare per Narni permette realmente di respirare un’atmosfera fuori dal tempo, gli spunti di visita sono innumerevoli, come Narni Sotterranea di cui ho già avuto modo di parlare. La visita al Museo ne è un indispensabile complemento, la scenograficità della Pala del Ghirlandaio e la delicatezza di Benozzo Gozzoli ne valgono, da sole, il viaggio e la visita.
di Benedetta Tintillini