Una grande avventura internazionale per un piccolo borgo dell’Italia. Civita di Bagnoregio si racconta alla città di New York attraverso gli scatti del fotografo Brian Stanton.
Dal 4 marzo al 15 maggio sarà possibile vivere le emozioni di ‘Fra Nuvole e Vento: Gente di Civita’ negli spazi del Consolato Generale d’Italia a New York.
Le fotografie raccontano la storia di questa antica città dell’Alto Lazio, accessibile solo attraverso un ripido ponte pedonale. Civita infatti si trova in cima a un altopiano di pietra vulcanica fragile e argilla mobile, il tutto sospeso su una valle di bellezza eterea. La severa geologia di questo paesaggio ha plasmato la storia degli abitanti del posto fin dall’epoca etrusca. Civita è spesso chiamata “La Città che Muore”, perché terremoti e frane minacciano continuamente la sua esistenza. Nonostante i moderni sforzi ingegneristici per rallentare l’erosione della città, il borgo continua a essere interessato da piccoli cedimenti e dall’inevitabile fenomeno dell’erosione.
Stanton ha fotografato questo suggestivo paesaggio e la sua gente dal 2016 al 2020. Ha immortalato le rupi di tufo profondamente fessurate e le aride valli argillose che circondano Civita e costruito ricche relazioni con i pochi residenti rimasti. Le sue immagini catturano tradizioni secolari e rivelano la vibrante scintilla che anima questa comunità a lungo isolata.
La mostra di Brian Stanton è molto importante per la comunità, il territorio di Bagnoregio e l’area della valle dei Calanchi. “È un omaggio alle nostre radici. Celebra e onora le nostre tradizioni, promuove il rispetto per l’ambiente e uno stile di vita unico, compresa la sua dimensione di lentezza e resilienza”, ha dichiarato Luca Profili, sindaco di Bagnoregio.
“La gente di Civita ha collaborato con un entusiasmo contagioso. È stata un’esperienza commovente”, ha detto Stanton.
Brian Stanton è un fotografo di New York. Si è specializzato in ritratti per oltre 30 anni, lavorando a stretto contatto con studi di design e agenzie. Ha studiato storia dell’arte all’Università di Firenze e vissuto e lavorato in Italia per un decennio.