E’ stata presentata in Provincia lo scorso 29 luglio la pubblicazione “No ai bocconi avvelenati”. Ad accogliere i partecipanti sono state la Consigliera provinciale Letizia Michelini, e la curatrice del progetto Roberta Burzigotti.
“La pubblicazione è una riedizione aggiornata, hanno detto Michelini e Burzicotti, di una che era stata realizzata in precedenza dalla Provincia di Perugia nel 2014, quando l’Ente aveva competenze sulla fauna selvatica. Questo opuscolo nasce per aiutare il passaggio di conoscenze sui bocconi avvelenati ad altri Enti avvenuto durante il depotenziamento delle Province che ha fatto emergere un notevole disorientamento sull’argomento. La normativa su i bocconi avvelenati e la fauna selvatica è molto complessa e stringente prevenendo in alcuni casi anche sanzioni penali, “preparare, detenere, utilizzare e abbandonare esche o bocconi avvelenati è vietato dalla legge”.
Nell’opuscolo è spiegato cosa fare quando si trova un’esca avvelenata o quando si sospetta un avvelenamento di animale selvatico o domestico, insomma una guida pratica sull’argomento che riporta anche la normativa vigente. Preziosa è stata la collaborazione sempre attiva con lo Sportello a 4 zampe che da anni si occupa della fauna domestica ”. Gianni Pauselli e Brigitta Favi della ASL1 hanno illustrato il lavoro che svolge il loro settore: “Il servizio veterinario è il raccordo tra territorio istituzioni. Siamo di sostegno alle amministrazioni comunali che, nel caso di ritrovamento di bocconi avvelenati, devono mettere in piedi alcune procedure come bonifiche recinzioni del terreno interessato. Spesso ci mettiamo a disposizione per incontrare la cittadinanza informarla su questo delicato argomento”
Gina Biasini dell’Istituto zooprofilattico Umbra e Marche ha tenuto a ricordare che l’assenza in questo servizio della Polizia Provinciale sta dando molti problemi perché il corpo era specializzato sulla questione esche avvelenate e animali selvatici. “Ogni volta che si trovano esche queste vengono segnalate in un portale Nazionale. Servirebbe sicuramente una geo localizzazione efficace per effettuare bonifiche mirate”.
A chiudere gli interventi è stato Dorian Grelli di Wildumbria associazione delegata dalla Regione Umbria al recupero della fauna a selvatica che lavora in una struttura denominata Cras. “Se il cittadino trova un animale selvatico coinvolto in un incidente – spiega Grelli – deve chiamare il 112 che poi chiamerà noi. Abbiamo un profilo facebook e Istagram e rispondiamo al numero diretto 3703199068 (h24). Dai numeri presentati il capriolo è la specie che più spesso viene coinvolta in incidenti è un animale molto mobile e molto attivo nel periodo della fecondazione a seguire volpi cinghiali. I dati parlano nel 2018 di 238 interventi di recupero corrispondenti a 251 animali appartenenti a 29 specie. Nel 2019, c’è stato un aumento nella casistica e gli interventi di recupero sono stati 380 corrispondenti a 292 animali appartenenti a 40 specie”.