Per il ventiduesimo anno il Fondo Amici di Paco promuove la campagna Non siamo giocattoli. Non regalarci a Natale. Contro gli acquisti di cani o di gatti che, finita la novità, rischiano l’abbandono. Decine di migliaia di cani e gatti vengono abbandonati per strada ogni anno, con grossi rischi per la loro incolumità e di provocare incidenti. Sono spesso proprio i cagnolini o gattini regalati a Natale, magari fatti trovare come regali sotto l’albero, i predestinati all’abbandono.
Succede quando non si ha la consapevolezza che il “possesso” di un cane o di un gatto è un impegno che comporta responsabilità e doveri (non solo in termini di cure e cibo ma anche di affetto e tempo).
“A qualcuno sembrerà strana questa campagna in tempi di covid, spiega Diana Lanciotti, fondatrice del Fondo Amici di Paco e autrice di best-seller come Paco, il Re della strada e Boris, professione angelo custode, La vendetta dei broccoli. «In realtà proprio la pandemia, con il suo carico di chiusure, isolamenti, distanziamenti, ha portato a un aumento delle adozioni e degli acquisti di cani e di gatti. Di per sé è una bellissima cosa, però il timore è che si tratti in alcuni casi di decisioni non sufficientemente ponderate, che non tengono conto del reale impegno che un cane o un gatto comporta. E ora che viene Natale sappiamo che questa voglia di “cuccioli sotto l’albero” aumenterà. Perciò, da ventidue anni, per Natale promuoviamo una campagna che invita a riflettere su una decisione che va profondamente ponderata. Gli acquisti o le adozioni di cuccioli a Natale spesso soddisfano una richiesta dei bambini, senza pensare che un cane o un gatto sono esseri viventi e non giocattoli da usare e poi buttare quando ci si stufa. Sono proprio le adozioni natalizie, spesso frutto di un “atto d’impulso”, a trasformarsi in abbandoni estivi di cuccioloni diventati troppo ingombranti e impegnativi e tanto diversi dai teneri cucciolini che ci avevano conquistato: cani diventati ormai troppo grandi o bisognosi di cure e attenzioni per la sopportazione di tante mamme o papà che a Natale avevano ceduto ai capricci dei figli; o gatti che invece di fare le belle statuine si comportano da… gatti. Ai tempi in cui Paco andava in tv, tanti bambini volevano proprio “un Paco”, quel “simpatico cagnolino” che diceva: “Non abbandonare il tuo cane. Lui non ti abbandonerebbe mai”. Tanto che razze simili alla… non-razza di Paco iniziarono a diffondersi. Spesso ci si lascia condizionare dai cani o gatti visti in tv o affascinare da una razza per motivi estetici o di moda, senza conoscerne le caratteristiche e le esigenze. Ma non tutte le razze sono adatte ai bambini: o per la taglia, che richiede spazio e movimento, o per il carattere. Perciò è indispensabile informarsi, documentarsi, e non regalare un cucciolo come se fosse un giocattolo o un paio di scarpe, che quando sono vecchie si buttano via. Un cane è un cane, un gatto è un gatto. Una straordinaria occasione di crescita per un bambino ma anche per gli adulti, purché sia una scelta consapevole. In questo caso, ben venga!»
La campagna “Non siamo giocattoli”, quest’anno ha un nuovo visual per supportare il concetto che i cani e i gatti “Non siamo giocattoli”. Come ogni anno è pubblicata sulla rivista Amici di Paco e dalle testate che aderiscono all’iniziativa. Come tutte le campagne del Fondo Amici di Paco è realizzata gratuitamente dall’agenzia Errico & Lanciotti, sotto la direzione creativa di Diana Lanciotti.
«Sono sempre più numerose le testate stampa o tv che ci danno una mano a diffonderla», conclude Diana, che coi suoi libri L’esperta dei cani (scritto con l’educatore cinofilo Demis Benedetti, fondatore di New Thought), I cani non hanno colpe e Ogni gatto è un’isola aiuta tanti proprietari a creare un rapporto ideale per una lunga e felice convivenza con i propri amici a quattro zampe. «Un cane educato è un cane con cui viviamo serenamente, e che non rischia l’abbandono. Ma per educare lui, dobbiamo innanzitutto “educare” noi stessi. Stesso discorso, anche se con sfumature diverse, vale per i gatti: è fondamentale capire la loro “felinità” per non crearci aspettative sbagliate e finire per gettare la spugna.»