Per la Giornata Internazionale della donna, nel ristorante Numero Zero, Il Gusto dell’Inclusione, si è svolto l’incontro sull’importanza di educare alla differenza e alla non-violenza, come omaggio a tutte le donne del mondo.
Proprio partendo dalla scelta della Location, e dal concetto che la differenza non deve creare imbarazzo, Numero Zero, il Gusto dell’inclusione, vuole essere prima di tutto un luogo in cui promuovere una cultura della diversità intesa come patrimonio di inestimabile ricchezza; un luogo capace di scatenare un autentico senso d’appartenenza anche per chi è stato messo a margine. Un’inclusione vera che si concretizza in un lavoro retribuito, a chi prima d’ora non era stata data nessuna possibilità.
Ha aperto il tavolo dei lavori il Professor Claudio Carnieri già Presidente dell’Agenzia Umbria Ricerche, che ha ricordato la figura di Laura Cipollone, pedagogista, dirigente alle Politiche Sociali della Regione Umbria, teorica e ricercatrice dell’”educazione” alla differenza e tra le fondatrici dello stesso Centro pari opportunità della Regione. Laura ha messo a terra tante piccole pietre, che altre donne, grazie al suo esempio, hanno poi calcato, nel nome della “libertà femminile” che guarda sempre di più ad uno spazio pubblico di orizzonte di genere. Si è affrontato il tema delle donne, declinandolo anche in ambito strettamente lavorativo, partendo da una riflessione, della Consigliera di Parità della Provincia di Perugia, Giuliana Astarita, sulla natura iniqua e contradditoria che ancora caratterizza la posizione delle donne nel mondo del lavoro e di come la pandemia in atto abbia influito negativamente sullo stato di fatto della parità uomo-donna. La discriminazione lavorativa della donna è una forma di violenza che si fatica a riconoscere e trattare. Discriminare le donne nell’accesso e partecipazione al mondo del lavoro le espone ad altre forme di violenza e ne riduce il peso sociale e politico. Nella ricerca di soluzioni inclusive l’Italia viaggia in modo lento e retrogrado rispetto al resto del mondo, siamo al 63° posto, l’Umbria invece, in proporzione, è vicina allo spaccato del Sud d’Italia. Ritornando sulla Figura di Laura Cipollone, Il CPO ha intitolato la Sua biblioteca al femminile, proprio a “Biblioteca delle donne Laura Cipollone” che ha l’obiettivo di diffondere ed incentivare la produzione letteraria, artistica e scientifica femminile, di divulgare i saperi delle donne e di promuovere il dibattito intorno a questi temi. La biblioteca contiene più di novemila volumi e la Presidente del Cpo, Caterina Grechi, ha comunicato la forte esigenza, attraverso un “Open Day”, previsto per il mese di Giugno, di aprire le porte di questo scrigno della cultura femminile, a tutti coloro che vogliono entrarvi, per la diffusione, la promozione e la valorizzazione del “sapere” donna, grazie anche ad attività di questo tipo che portano a rianimare i nostri territori. La Presidente e il Cpo hanno siglato diversi Protocolli a favore della diversità di genere, con Sviluppumbria, con l’Arpal, ed infine con l’ANCI che in collaborazione con l’Ordine dei Farmacisti e le farmacie di tutto il territorio, ha promosso la campagna “STOP VIOLENCE” che prevede l’inserimento negli scontrini del telefono donna. Il CPO al suo interno ha 11 centri antiviolenza e le ragazze dell’Associazione Libera..mente Donna gestiscono i Centri Antiviolenza di Perugia e Terni, spazi di accoglienza, sostegno e ospitalità per le vittime di violenza domestica. Sono luoghi dove le donne possono trovare accoglienza e nei casi più a rischio ospitalità, attraverso i colloqui psicosociali possono rielaborare quanto vissuto al fine di costruire una vita libera e autodeterminata lontana dalla violenza. I Centri lavorano in rete con i servizi territoriali e utilizzano una tecnica di ascolto empatico e relazionale, si costruisce con le donne una relazione di fiducia che permette loro di aprirsi e raccontare le violenze subite. Stessa operatività per il Progetto che ci ha illustrato Barbara Pilati, di Arcisolidarietà Ora d’Aria che parte dalla pratica di una idea di solidarietà intesa come affermazione di diritti, come cultura della responsabilità comune al fine di evitare l’insorgere e lo svilupparsi di qualsiasi forma di intolleranza e razzismo. Il Progetto “Unità di Starda Cabiria- per i diritti dell* sexworkers”, da più di 20 anni dalla parte della strada, nasce nel 1997 per volontà di Arcisolidarietà Perugia per la tutela dei diritti de* sex-workers che lavorano outdoor e indoor in Umbria.
Un ringraziamento speciale va all’Associazione RealMente, di cui fa parte, Numero Zero, che nasce nel settembre 2016 con l’intento di promuovere la cultura e la solidarietà sociale attraverso eventi, manifestazioni, sperimentazioni, progettualità, come queste che danno vita e voce ai più deboli.
Elena Capuccella