L’avvenuta rilevazione delle onde gravitazionali “E’ solo un inizio, perché questo significa che” adesso “noi abbiamo in mano un nuovo messaggero: le onde sono un messaggero carico di informazioni, che ci dice cosa accade fuori di noi, anche lontanissimo da noi, nel lontano universo. Ci dà delle informazioni che sono del tutto nuove, perché noi questo universo lo conosciamo solo attraverso la radiazione elettromagnetica, le onde radio, le infrarosse, le luminose. Questo è uno strumento completamente nuovo, come qualcuno ama dire questo è uno strumento simile all’ecografo.
Avremo la possibilità di fare l’ecografia all’universo e quindi anche di vedere l’invisibile, sostanzialmente”. Lo spiega Fulvio Ricci, ricercatore dell’Infn che coordina la collaborazione internazionale sull’interferometro Virgo, intervistato da Startmag all’indomani dell’annuncio della rilevazione per la prima volta delle onde gravitazionali previste da Albert Einstein nel 1916.
Quali saranno i prossimi traguardi? – chiede il magazine. “Adesso – risponde Ricci -, dobbiamo innanzitutto completare l’osservatorio nel suo complesso. Questo avverrà nei prossimi mesi, quando metteremo in funzione Virgo, che la fondamentale funzione di trovare una localizzazione dell’evento più precisa. Al momento, infatti, il segnale è stato rilevato con due interferometri e questo consente una localizzazione dell’evento sulla posizione del cielo molto vaga (si tratta di una striscia lunghissima di quasi 600gradi quadrati): capire da dove è arrivato l’evento è molto difficile. L’arrivo di Virgo, invece, consente una localizzazione migliore. Se invece di tre rilevatori, ne avessimo 5, uno dovrebbe essere in costruzione in Giappone e l’altro in India, sarebbe molto meglio perché ci sarebbe la copertura di tutto il cielo. Il primo passo da fare ora, dunque, è localizzare l’evento”. “Al momento – prosegue il coordinatore di Virgo -, abbiamo rivelato il primo evento. Quando ne avremo altri, anche associati a sistemi di natura diversa, come ad esempio le stelle di neutroni, avremo la possibilità di fare una fisica tutta diversa, perché i neutroni hanno una materia dentro con un livello di densità enorme, pensiamo ad esempio alla massa del Sole compressa all’interno del grande raccordo anulare di Roma. Una densità enorme, in condizioni quindi estreme: e le onde gravitazionali sondano lo stato della materia. Rivelare anche i segnali dei neutroni aprirà un nuovo capitolo della fisica fondamentale: lo studio della materia in condizioni estreme, oltre allo studio dell’astronomia”.