Tanti i presenti e tanta emozione per un nuovo strumento in aiuto a chi soffre di disturbi del comportamento alimentare, grazie al punto d’ascolto inaugurato a Orvieto da Fondazione Cotarella lo scorso 15 aprile.
Dominga Cotarella, presidente della Fondazione omonima, ha fatto gli onori di casa anche a nome delle sorelle Enrica e Marta, nella suggestiva via Gualviero Michelangeli nel cuore della città della rupe.
Presenti, tra gli altri, la sindaca di Orvieto Roberta Tardani e il Prefetto di Terni Giovanni Bruno, oltre ai pazienti seguiti dalla Fondazione e i loro genitori che hanno commosso profondamente con le loro testimonianze di dolore e di riscatto.
Grazie a questa nuova realtà, la Fondazione Cotarella metterà a disposizione gratuitamente un team di esperti in grado di fornire ai pazienti, ma anche ai loro familiari e amici, agli insegnanti e al personale scolastico, tutte le informazioni utili per un primo approccio, adeguato e tempestivo, ai DCA.
Per poter usufruire dei servizi del Centro di Ascolto di Fondazione Cotarella sarà sufficiente telefonare al numero telefonico 346/1185435 o inviare una mail a info@fondazionecotarella.com o, ancora, recarsi presso il Centro il martedi e il venerdì, dalle 10,00 alle 17,00.
Per intraprendere il percorso terapeutico più adeguato sarà comunque fondamentale rivolgersi a una struttura specializzata. Oggi, grazie alla collaborazione tra il Ministero della Salute, l’Istituto Superiore di Sanità, gli operatori del settore e le associazioni, esiste una mappa, in continuo aggiornamento, delle associazioni e dei servizi specificamente dedicati al trattamento dei Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione, che è consultabile al sito www.disturbialimentarionline.
“È fondamentale – afferma Dominga Cotarella – creare maggiore consapevolezza su questo tipo di patologie, di cui si parla ancora troppo poco, quando, in realtà, rappresentano un fenomeno in vertiginosa crescita. Il Centro di ascolto di Orvieto nasce proprio –conclude la Presidente– dalla volontà di Fondazione Cotarella di essere al fianco dei giovani, delle famiglie e della scuola contribuendo a prevenire, riconoscere e, quindi, intervenire con tempestività sul disturbo.”
Da tutte le testimonianze è emerso, da parte di Dominga e delle sue sorelle, il grande senso di comunità e la voglia di mettere in gioco le energie più preziose, al fine di creare un grande circolo virtuoso che coinvolga realtà pubbliche e private non come realtà vaghe ed impersonali, ma come forze fatte da persone, ognuna con le sue specificità che la rendono un dono per chi le incontra sul proprio cammino.
Nessuno si salva da solo, come ha giustamente sottolineato la psicologa che collabora con la Fondazione, non ci si ammala e non si guarisce da soli: sta a noi decidere se essere energia che distrugge o che guarisce.
Benedetta Tintillini