Apprezzatissima ‘lezione magistrale’ del professor Gianpiero Rosati su ‘Ovidio e le nostre Metamorfosi’ quella tenuta nella mattinata dello scorso 23 febbraio, all’interno della prestigiosa Sala del Consiglio Comunale della città, gremita di studenti e docenti dei corsi classici che si sono uniti agli associati di Unitre guidato da Sergio Guarente ed Ex Allievi Liceo Jacopone di Todi, presieduto da Michela Boccali.
Ed è proprio nella città di Jacopone che Gianpiero Rosati è nato ed ha frequentato l’omonimo Liceo classico, studiando poi all’Università di Firenze e alla Scuola Normale Superiore di Pisa. Ricercatore a Firenze (1984-1987), poi Professore associato a Pavia (1987-1993) e alla Scuola Normale (1993-1994), dal 1994 al 2012 è stato Professore ordinario di Letteratura latina all’Università di Udine. Dal 2013 al 2021, ha insegnato Filologia latina alla Scuola Normale. Le sue principali aree di ricerca sono la poesia augustea, in particolare Ovidio e l’elegia, la prosa narrativa latina con Petronio e Apuleio, e la letteratura del primo secolo dell’Impero, dato che negli ultimi anni ha studiato l’Età Flavia, approfondendo l’interesse per le forme letterarie nei loro rapporti con la cultura materiale. Tra le pubblicazioni principali: Narciso e Pigmalione. Illusione e spettacolo nelle Metamorfosi di Ovidio (Firenze 1983, rist. Pisa 2016; ed. inglese Oxford 2021); l’edizione-commento dei Medicamina (Venezia 1985); quella delle epistole 18 e 19 delle Heroides (Firenze 1996); dei libri 4-6 delle Metamorfosi (Milano 2007-2009) nella collezione Valla.
Il professor Rosati ad oggi è membro del Comitato scientifico delle riviste “Materiali e discussioni”, “Maia”, “Dictynna. Revue de poétique latine”, “Annali della Scuola Normale”. Ha tenuto conferenze e cicli di lezioni in molte Università italiane e straniere e ha collaborato alla creazione e alle iniziative del Réseau international de recherche sur la poésie augustéenne, che raggruppa alcune importanti Università europee. È membro della “Academia Europaea” e Socio corrispondente della “Accademia Nazionale dei Lincei”.
Frutto della collaborazione fra i due gruppi, l’incontro di venerdì ha posto al centro il “poeta dell’originalità e dell’attualità che cantava l’arte dell’amore, Publio Ovidio Nasone – ha avuto modo di affermare Rosati, autore di vari scritti sull’argomento, fra cui articoli su La Repubblica e Il Manifesto – ad oggi il poeta antico più studiato, letto e amato nel mondo”, con la sua opera forse più incisiva nell’ambito della sua vasta produzione, ‘Le metamorfosi’, appunto, “un poema – così spiega Rosati – che gli antichi percepivano come epico, ma in realtà si tratta di un’epica ‘sui generis’. Il poema, all’interno del quale sono presenti più di 250 miti di trasformazioni, assiste all’intervallarsi di episodi lunghi centinaia di versi ad altri molto brevi, in cui Ovidio sintetizza al massimo i fatti. Le Metamorfosi narrano la storia dall’origine del mondo fino alla Roma di Augusto: sono, dunque, considerabili come un lungo viaggio dal mondo greco verso Roma, dove la storia si conclude.”
Il professore, oltre a sottolineare il ruolo e l’importanza del mito in generale, ha avuto modo di sottolineare come l’opera di Ovidio sia stata nel tempo una sorta di repertorio di immagini fonte di ispirazione, nel tempo e fino ad oggi, di artisti molteplici, pittori, poeti e scrittori, e come nell’opera di Ovidio ci siano “anche altre problematiche – sono ancora le parole di Rosati – molto legate al nostro presente; ad esempio, quelle che ruotano attorno all’identità sessuale e alla sua fluidità; in diversi miti è presente il mutamento di sesso. In altri si parla di morale umana, di incerti confini, di fin dove è legittima la vendetta, di incesto e cannibalismo; c’è quindi una serie di temi molto sensibili, a cui la nostra cultura contemporanea è molto attenta. Poi, in generale, è importante soprattutto l’attenzione di Ovidio all’universo femminile, che è di gran lunga maggiore rispetto a quella di qualunque altro scrittore del tempo, anche questa una tematica oggi cruciale e che presenta, da parte di Ovidio, una portata innovativa senza paragoni. Ci sono, dunque, una serie di temi e di ragioni che portano a vedere e a capire come Ovidio possa rappresentare oggi un punto di riferimento per chi, vivendo nella nostra era, possa trovare nel mondo antico e in uno scrittore così ampio, ricco e attento alla psiche umana, temi di straordinario interesse.”
Maria Vittoria Grotteschi