Ognuno di noi sta soffrendo di squilibri psicologici a causa il difficile periodo nel quale ci siamo ritrovati a vivere: impariamo a riconoscere e gestire i pensieri negativi e le nostre “prigioni mentali”
Il difficile periodo che stiamo vivendo, a causa del protrarsi della pandemia di coronavirus, ha provocato in ognuno di noi, nessuno escluso, un senso di squilibrio e precarietà, favorendo pensieri negativi e paura della morte.
I messaggi dei media e il perdurare di una situazione ancora senza soluzione immediata hanno rafforzato gli archetipi del male con i quali non ci siamo confrontati come in questo periodo, vivendo il quotidiano come sotto una minaccia costante. Come poter alleviare questa situazione destabilizzante? Come volgere i nostri pensieri verso il positivo tornando ad avere fiducia nel futuro?
Insieme alla dottoressa Beatrice Gentili psichiatra, psicoanalista e specialista in yogaterapia e di meditazione e benessere psico-corporeo intendiamo affrontare, in una serie di articoli, alcune nostre “prigioni” mentali per cercare di stimolare l’analisi del problema e la ricerca di soluzioni, auspicando di essere di aiuto per chi vorrà seguirci.
Il nostro cervello, spiega la dottoressa Gentili, è composto da due metà: l’emisfero sinistro, preposto alla logica, all’analisi e alla comprensione dei fenomeni, e quello destro, sede dell’immaginazione, del simbolico, dell’astratto e della creatività; i due emisferi sono uniti tra loro tramite il corpo calloso, l’equilibrata interazione fra le due parti è la chiave per l’intelligenza ed il buon equilibrio psichico. La buona connessione tra i due emisferi permette di volgere la visualizzazione della realtà da negativa a positiva: ciò che la parte razionale percepisce come minaccia all’integrità può essere volta, grazie all’emisfero destro, in immagini di salvezza ed integrità.
Questo è anche il grande potere ed il grande aiuto che proviene da ogni tipo di forma d’arte: le attività creative, il disegno, la musica sono elementi di salvezza grazie ai quali possiamo attingere ad immagini interiori di rinascita.
Utilizzando una metafora efficace, prosegue la dottoressa Gentili, dobbiamo intendere questo nostro sforzo di volgere al positivo i nostri pensieri come una “fuga dall’Egitto” verso una terra promessa: dobbiamo sforzarci di uscire dalle nostre prigioni mentali (quali la relazione con il proprio corpo, una malattia, una dipendenza, pensieri negativi, ecc.), attraversare il nostro deserto interiore, ovvero affrontare la nostra solitudine, per poi giungere verso una “Terra promessa”, ovvero una libertà interiore di espressione e di liberazione del proprio essere scevro dai condizionamenti.
Affronteremo quindi, man mano, argomenti quali il rapporto con il proprio corpo, con la malattia, i pensieri ossessivi negativi, le relazioni sbagliate, i complessi, le pressioni dell’ambiente in cui viviamo e tutti gli argomenti che, se vorrete, potete sottoporre alla nostra attenzione scrivendo a info@umbriaecultura.it.
Benedetta Tintillini