Piatti pronti bio: la versione salutistica del pasto veloce consumato durante la pausa dal lavoro
Sosta al supermercato nelle pause pranzo o tra una lezione universitaria e l’altra per comprare un piatto pronto, con tanto di olio porzionato e forchetta usa-e-getta. Sono sempre più gli italiani a scegliere piatti pronti bio, con il rapporto qualità/prezzo a motivare principalmente questa alternativa alla ristorazione veloce per i pasti fuori casa.
A sottolinearlo è Francesco Cecere, direttore marketing Coop Italia, nell’osservare che i piatti pronti sono l’evoluzione dei prodotti a IV e V gamma, mentre i sughi pronti appartengono a una generazione più antica. ”Abbiamo sviluppi positivi – continua Cecere – già da qualche anno sia nelle insalate pronte a marchio che per la linea biologica, ma la tendenza in crescita, anche tra i tanti visitatori di Expo Milano 2015, è quella del piatto pronto, che spazia dalla pasta alla bresaola con la rucola.
Nel carrello della spesa al passo coi tempi prevalgono, anche grazie alla ripresa, i pasti take away rispetto al sugo pronto, a meno che non sia una proposta gourmand come il nostro sugo all’orata. A muovere questi acquisti di pasti preconfezionati sono – secondo il direttore Marketing Coop Italia – la convenienza, il rapporto qualità-prezzo, la trasparenza sull’origine delle materia prime, la sicurezza alimentare e i controlli garantiti”. Gli italiani vanno pazzi per il bio (+20%), al punto che il biologico ”diventa un consumo di massa con un fatturato raddoppiato in dieci anni che oggi vale il 2,5% delle vendite alimentari”, precisa l’analisi dei consumi e comportamenti di spesa recentemente redatta dall’Ufficio Studi di Ancc-Coop (Associazione Nazionale Cooperative di Consumatori) con la collaborazione scientifica di Ref. Ricerche, il supporto d’analisi di Nielsen e i contributi originali di GFK, Demos, Doxa e Ufficio Studi Mediobanca. Nella top ten della spesa moderna, secondo dati di giugno 2015 rispetto all’anno precedente del Rapporto Coop 2015, le focacce confezionate +146%, cibi di soia +62%, prodotti senza glutine +50%, pollo e coniglio crudi +40%, bevande alla soia +27%, integratori dietetici +22%, snacks di cioccolato +10%, prosciutto cotto affettato +8%, acqua non gassata +2%. Crescono i consumi veggie col 10% degli italiani vegetariano (un primato in Europa seguiti dai tedeschi), il 2% dichiara di essere vegano, ma ci sono anche i fruttariani, i crudisti, i reducetariani e via di questo passo. ”Mangiamo la stessa quantità di cibo degli anni Settanta (2,8 chilogrammi al giorno), ma si è profondamente modificata – conclude il Rapporto Coop 2015 – la dieta alimentare e conseguentemente più estese le tipologie di consumo. Cresce dunque la voglia di wellness, star bene ma in senso meno edonistico del passato: siamo i più magri d’Europa e tra i più longevi”.