Avrebbe dovuto essere la serata conclusiva del Festival Villa Solomei, domenica 3 luglio e nella cornice suggestiva di Solomeo una serata attesissima è stata anticipata dalla voce del soprano lirico Gabriella Zanchi che, accompagnata dal pianoforte magistralmente suonato dal maestro Riccardo Arringhini, hanno sublimato la platea con una fusion fra lirica e jazz contemplando un repertorio operistico emozionante dove donne pucciniane destinate al loro tragico epilogo come Tosca o la magica Elvira de La Bohéme, incontrano eroine che decidono per la loro vita, le donne di Rossini, che sono fatte per vincere e comandare come Rosina nel Barbiere di Siviglia… ma solo la conclusione riesce a far tremare le anime dei presenti dove Handel con “lascia che io pianga” evoca la libertà portandoci inevitabilmente ad un parallelismo che suscita lacrime tra i presenti… e questo è stato solo l’inizio.
Sono le 21,15 e nella platea dell’anfiteatro di Solomeo la gente si affretta a prender gli ultimi posti disponibili in attesa di quello che è il Concerto del Festival… Pater Noster, in prima fila il compositore Dan Forrest che, nonostante la sua giovane età, è uno dei compositori di riferimento in particolar modo del repertorio corale e sinfonico corale in tutto il mondo.
La prima composizione che abbiamo ascoltato “Requiem for the living” è un pezzo di repertorio eseguito in tutti i più grandi festival, in tutte le più grandi formazioni a livello internazionali e nasce dall’idea geniale di sfruttare il paradosso requiem pace per i vivi, non solamente per i morti, riflettendo proprio sulla necessità di trovare pace, di bramare la pace in un momento in cui il tempo frenetico fa da pentagramma quotidiano nelle nostre esistenze!
La seconda composizione è stata un Pater Noster che nasce proprio in questo borgo, commissionato dalla fondazione Brunello e Federica Cucinelli nel 2019, la sua realizzazione è stata tormentatissima, la pandemia si è insinuata rallentando e bloccando più e più volte… ma finalmente si è potuto, nella sua prima assoluta, avere il privilegio di ascoltare una composizione dedicata a Papa Francesco, il testo, dice il compositore, raffigura il presente ma nasce dal passato e si insinua nel solco di una tradizione, di una musica e contemporaneamente parlano anche al legame umano e universale che c’è con l’anima di ognuno di noi… vivendo la speranza un dì di poterla cantare davanti a Lui.
Sonia Lustrino