Ha preso il via lo scorso 18 settembre a Perugia, dopo un rinvio causa covid, la mostra “Raffaello e la sua eredità in Accademia”, l’evento organizzato dalla Fondazione CariPerugia Arte e Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci” nell’ambito delle proposte di “Perugia celebra Raffaello”. La mostra, allestita a Palazzo Baldeschi, sarà visitabile fino al 6 gennaio 2021.
Raffaello, formatosi ad Urbino sua città natale, grazie agli insegnamenti di suo padre Giovanni Santi e agli alti esempi lasciati dai grandi artisti che contribuirono alla realizzazione del magnifico Palazzo Ducale, si spostò a Perugia all’età 14 anni.
Qui l’incontro con il più popolare ed affermato artista umbro: Perugino, del quale non fu allievo, come ci ha fatto credere il Vasari, ma piuttosto collaboratore, mettendo in mostra ben presto le sue doti di eccelso disegnatore, pittore e architetto, come sintetizzato nello Sposalizio della Vergine ora a Brera il cui confronto (leggi Raffaello e Perugino tra protagonismo e antagonismo) con quello realizzato dal suo presunto maestro evidenzia, seppur nella continuità, il grande talento di Raffaello che affermerà quella che sarà la sua “maniera”, che influenzerà, da allora in poi, l’arte occidentale fino ai nostri giorni.
E’ proprio su questa eredità che la mostra si focalizza, sugli studi, le riproduzioni, le rielaborazioni anche con tecniche molto lontane dalle originali che gli archivi dell’Accademia di Belle Arti costudiscono offrendo sempre nuove scoperte e riscoperte: “L’Ottocento ha visto la riscoperta dell’arte di Raffello alla quale moltissimi artisti hanno attinto e si sono ispirati – afferma Stefania Petrillo, curatrice della mostra insieme a Alessandra Migliorati e Saverio Ricci – la nascente nazione italiana aveva bisogno di ritrovare radici culturali comuni come l’eredità immensa lasciata dal grande pittore urbinate”.
La mostra è arricchita da un percorso multimediale dove, seppur in modo virtuale, sono riunite tutte le opere realizzate da Raffaello in Umbria, ora purtroppo sparse nei più grandi musei del mondo ad eccezione del Gonfalone della Trinità, nella Pinacoteca comunale di Città di Castello e l’affresco di San Severo presso l’omonima cappella a Perugia.
“La cultura ha pagato il prezzo più alto nella crisi originata dalla pandemia – ha affermato Cristina Colaiacovo, Presidente della Fondazione CariPerugia Arte – è stato nostro fermo intento non lasciarci travolgere dagli eventi realizzando comunque questa mostra, seppur in tempi diversi, per celebrare Raffaello anche nella città di Perugia che lo accolse per un significativo periodo della sua vita e della sua produzione”.
Una particolare menzione merita il catalogo della mostra edito da Fabrizio Fabbri editore, realizzato con un innovativo sistema di stampa certificato, capace di abbattere la carica batterica e alcuni tra i principali agenti microbici e fungini, in perfetta linea anti Covid.
Benedetta Tintillini