Ha aperto quest’anno gli appuntamenti del “Ridotto del Teatro Morlacchi”, giovedì 25 e venerdi 26 Gennaio, Leonardo Manzan. Attore e autore talentuoso che conferma la sua bravura, Manzan, due volte vincitore della biennale di Venezia, debutta in prima nazionale con la sua nuova opera ”Uno Spettacolo di Leonardo Manzan”, spettacolo di e con Leonardo Manzan, Paola Giannini e Rocco Placidi.
Nel foyer siamo accolti dagli studenti della scuola di teatro che, ad alta voce, raccontano lo spettacolo, sostituendosi al classico libretto di sala.
Guidati poi nell’intimità del ridotto, come se entrassimo in una galleria d’arte, ci vengono date delle cuffie, come fossero audioguide, e il nome di Leonardo martellante e sfinente accoglie il nostro udito; nel palco un piedistallo e Paola Giannini, maestra di danze della “mostra” di Manzan.
Si vuole spezzare ogni cliché in questo spettacolo che mostra la rottura di ogni luogo comune.
Leonardo Manzan “statuario” come un “David” ci mostra come guardare oltre alla contemporaneità, quando l’arte è celebrazione assoluta del “se”.
“…Leonardo… Leonardo…. Leonardo….” la storia dell’arte, dalle pitture rupestri a Cattelan… Artista che ha saputo trasformare una banana da 75 cents in un opera di 120 mila dollari, elogiata bravura e astuzia… capolavoro… quindi il grande interrogativ: “E’ nata prima la Banana o Cattelan!?”
Il mito di Ovidio, “La Metamorfosi”, è il filo narrante dello spettacolo, quello che ad un occhio poco attento e superficiale può sembrare sfrontatezza e dissolutezza è invece la sagacità di un artista, e si chiude con esso.
Leonardo, che ci guida con la sua voce in cuffia, ci spiega come chi non si espone è destinato all’irrilevanza… e lui è là, esposto a noi…. “se quello che vedete non vi piace… l’Arte è uno specchio!”
Riso e riflessione, un’invettiva nei confronti del mondo del teatro dell’arte, che con arroganza prendono la scena per uccidere il personaggio protagonista del teatro moderno; mettersi a nudo per comprendere.
70 minuti di spasso, riflessione e punti interrogativi: “che cosa è l’arte contemporanea?… l’epoca delle statue è finita?… L’attore è in grado di trasmettere un messaggio consapevole del ruolo che ha?… Sopra un piedistallo tutto diventa un’opera d’arte?” … e, come ci ha raccontato Ovidio, lo scultore eternamente insoddisfatto diventa esso stesso statua, paradigma di perfezione.
Sonia Lustrino