Anche Todi si proporrà nei prossimi mesi come una delle mete turistiche nelle quali far tappa nell’anno delle celebrazioni in Umbria del cinquecentenario del Perugino e Signorelli. La città, infatti, ha stretto un patto di collaborazione con i Comuni di Città della Pieve, Cortona ed Orvieto finalizzato a circuitare gli importanti flussi dei visitatori attesi. Todi non può vantare, a differenza degli altri centri, la presenza diretta del Perugino, ma l’eco della sua pittura è presente in opere di suoi allievi e collaboratori. Da qui l’iniziativa dell’Amministrazione comunale di entrare a far parte del coordinamento interregionale le cui iniziative stanno iniziando a fiorire proprio in queste settimane.
“Per celebrare Perugino e Signorelli – spiega il Sindaco Antonino Ruggiano – abbiamo predisposto una iniziativa che, partendo dalla Pala dello Spagna, suo allievo, faccia immergere il visitatore nelle atmosfere rinascimentali della Todi al tempo del Perugino, titolo della mostra la cui apertura è prevista per la metà di giugno”. Il progetto prevede una serie di approfondimenti sulla Todi tra Quattrocento e Cinquecento, sulla vita di Giovanni di Pietro e sul rapporto col Perugino, per poi concentrarsi su l’Incoronazione della Vergine. Un racconto per il quale ci si avvarrà, all’interno della Pinacoteca comunale, di ricostruzioni multimediali e di realtà aumentata.
La Pala con “L’incoronazione della Vergine”, uno dei capolavori dello Spagna, decantata come tale anche dal Sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi nella sua recente visita a Todi, tanto da fargli suggerire un riallestimento funzionale alla sua valorizzazione, fu commissionata dai Frati del Convento di Montesanto. Ispirata alla Pala del Ghirlandaio di Narni, introduce il nuovo linguaggio pittorico che lo Spagna apprese dalla Scuola del Perugino.
Dalla Pinacoteca, che custodisce dello stesso autore un ritratto del Beato Bernardino da Feltre e uno stendardo processionale raffigurante una Trinità in gloria, partirà un percorso alla scoperta di altre tre opere di Giovanni di Pietro detto lo Spagna nella Cattedrale dell’Annunziata: un affresco staccato raffigurante la Trinità, i ritratti dei Santi Pietro e Paolo ed una tempera su tavola attribuita a Giannicola di Paolo, una delle personalità più indipendenti tra gli allievi del Perugino. Altra opera d’ispirazione peruginesca sono le vetrate artistiche dello stesso Duomo che Eliseo Fattorini e Francesco Moretti realizzarono alla fine dell’Ottocento. Per ornare i rosoni e le vetrate della navata di destra i due artisti presero spunto da alcune opere del Perugino, rievocandone la delicatezza dei volti e la vivacità dei colori. Ulteriore importante traccia nella chiesa di San Fortunato, dove si trova l’affresco Madonna col bambino e angeli eseguito nel 1432 da Masolino da Panicale, anticipatore del linguaggio rinascimentale. .
“In programma, a partire dalla primavera – anticipa l’assessore alla cultura Alessia Marta – anche una serie di conferenze sull’arte del Perugino e dei suoi allievi e un approfondimento sugli “Epigoni”, ovvero sulle figure dei pittori tuderti, tutti provenienti dal ricco vivaio dell’Accademia di Belle Arti di Perugia, che nell’Ottocento hanno rielaborato la lezione degli antichi maestri, attualizzandone lo stile e interpretando il gusto neorinascimentale all’epoca molto apprezzato.
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