Nonostante l’area su cui dovrebbe sorgere l’impianto eolico Phobos sia collocata all’interno dell’Unità di Paesaggio 4TV “Tavolato vulcanico di Castel Giorgio – Poderetto – Casa Perazza – Torre S. Severo – Porano – Canale Nuovo – Castellunchio – S. Egidio”, contraddistinta da un paesaggio agrario storico di pregio, la Regione Umbria ha recentemente rilasciato alla Commissione di VIA del Ministerio per l’Ambiente e la Sicurezza Energetica (MASE già MITE) parere favorevole per la realizzazione di un impianto eolico composto di 7 aerogeneratori di grandi dimensioni che saranno visibili a 360°. Italia Nostra aveva presentato il 7 giugno 2022 le proprie osservazioni alla Commissione con la richiesta di rigettare il progetto (vedi MiTE-2022-0071338.pdf).
La Regione non ha rilevato che la localizzazione dell’impianto andrebbe a ricadere all’interno della fascia di rispetto dai Beni Culturali tutelati stabilita dalle disposizioni introdotte dal D.L. 50/2022, successivamente modificate dal recente D.L.n. 13 del 24 febbraio scorso in materia di aree idonee e risulterebbe pertanto in contrasto con le leggi vigenti. Gli aerogeneratori 1, 4 e 6 ricadono in un perimetro inferiore ai 3 km da Beni Culturali tutelati ex art. 136 dalla L. 42/2004 – Castello di Montalfina, Complesso di Montiolo, Necropoli etrusca di Laguscello, Borgo Pecorone, Palazzo Simoncelli o Palazzone e Casa Parrocchiale a Torre San Severo (vedi mappa allegata). Il progetto ha impatti anche sulla antica Via Traiana, un’arteria romana valorizzata dal sentiero regionale “Traversata dei laghi” che, nel tratto tra Orvieto/Castel Giorgio e Bolsena, si attesta sul tracciato dove verrebbero installati gli aerogeneratori 3, 4 e 5.
Il Comune di Orvieto ribadisce la propria ferma e totale contrarietà al progetto per la realizzazione dell’impianto eolico denominato Phobos così come espresso formalmente nel parere inviato al Ministero della Transizione Ecologica”. Lo afferma il vicesindaco del Comune di Orvieto con delega all’Urbanistica, Mario Angelo Mazzi.
La relazione archeologica evidenzia tre necropoli principali nelle località Laguscello (vincolata con decreto del 21.6.2011), Fattoraccio e Casa Perazza, tutte risalenti, secondo gli ultimi scavi, al IV al II secolo a.C., e propone come “opera compensativa” la valorizzazione del sito archeologico, riconoscendo implicitamente che il “Parco eolico Phobos” arrecherà quindi un danno da compensare alla comunità. La relazione ricorda che “nel 2014 fu decisa la ripulitura di una delle tombe, costituite da camere con lungo dromos di accesso ricavate nel banco di tufo, e furono recuperati circa 70 pezzi di pregevole valore, tra cui una statua bronzea raffigurante un drago”. La presenza di così consistenti evidenze archeologiche nell’area non può far escludere che nella realizzazione dell’opera possano malauguratamente esservi rischi per eventuali altri beni archeologici, benché la relazione archeologica classifichi tale rischio come basso (per la relazione archeologica consultare PEOS_S05_01_Relazione_archeologica.pdf) .
Per tali motivi, l’Associazione ritiene che l’area su cui insisterebbe il progetto non sia idonea ad ospitare un simile impianto industriale. Italia Nostra sottolinea anche i rischi di procedere all’approvazione di parchi eolici nelle more della individuazione delle aree idonee e non idonee dove realizzare simili impianti. Nella deregulation attuale, si lascia alle imprese la decisione di dove e come installare i loro impianti, procedendo senza una corretta pianificazione.