Si è tenuto ieri il primo press briefing da Pompei sui primi, significativi, risultati dell’accordo tra Parco Archeologico di Pompei e Procura della Repubblica di Torre Annunziata.
Villa dei Misteri, Civita Giuliana e il Doriforo: tre sono stati i focus sui quali si sono incentrati gli interventi del direttore del Parco Archologico Gabriel Zuchtkriegel e del Procuratore della Repubblica di Torre Annunziata Nunzio Fragliasso.
Grazie alla collaborazione fra Parco e Procura è stato possibile abbattere la struttura totalmente abusiva del ristorante “Bacco e Arianna” che insisteva sulle strutture della villa; la Procura, infatti, ha il potere di ordinare l’abbattimento degli edifici abusivi ma non dispone dei fondi necessari per dare seguito alla demolizione, fondi che, in questo caso, sono stati forniti dal parco. Il risultato di tale operazione, oltre alla restituzione della proprietà dei terreni al Parco Archeologico, ha permesso di rilevare ulteriori strutture pertinenti alla villa, ma non solo, oltre alla verifica delle attività clandestine perpetrate dalla famiglia Iovanovic, che dal 2006 aveva realizzato il ristorante incriminato e che, attualmente, è a processo per attività archeologica abusiva. La demolizione del ristorante Becco e Arianna è solo la prima, altre seguiranno, che interesseranno opere importanti all’interno del Parco, come ha annunciato il Procuratore Fragliasso.
La collaborazione tra Parco Archeologico e Procura ha, inoltre, lo scopo di bloccare la continua spoliazione dei siti arcehologici dell’area vesuviana; la Procura, infatti, sta procedendo, insieme alla Sovrintendenza dell’area metropolitana di Napoli, al censimento degli scavi abusivi, che attualmente sono ben 19.
Gravemente attaccata dagli scavi clandestini è l’area di Civita Giuliana che, da quando è interessata dalla grande campagna di scavo, ha già restituito importantissime testimonianze della vita a Pompei, come il carro da parata e le stanze degli schiavi, delle quali abbiamo già ampiamente dato notizia, solo per citarne alcune.
Già dal 20 settembre 2021 gli Izzo, padre e figlio, sono stati condannati a 6 e 3 anni di reclusione per la loro attività clandestina, oltre al risarcimento pecuniario ancora da q1uantificare. Civita Giuliana è stata oggetto di scavi clandestini da oltre 20 anni, purtroppo con l’irreversibile danneggiamento del luogo e delle sue testimonianze; l’attività clandestina, infatti, oltre all’asportazione delle opere d’arte, danneggia i luoghi e le eventuali possibilità di ricavare dei calchi, oltre a impedire la corretta lettura degli spazi. Non ultimo, il danno recato dall’asportazione degli oggetti dai contesti originali, che ne impedisce, da chi li ammira, l’apprezzamento e la corretta lettura.
Ultimo, ma non ultimo, il Doriforo, la statua di epoca romana illegalmente acquistata dal Museo di Minneapolis che ancora lo detiene illegalmente, al quale vogliamo dedicare un articolo a sé, per sensibilizzare l’opinione pubblica affinché sia una ulteriore spinta alla definitiva restituzione dell’opera allo Stato italiano.
Benedetta Tintillini