Balla la terra è un titolo forte per la quinta edizione del festival Tradizioni di maggio che si svolgerà a Preci dal 26 al 28 maggio, in una delle aree colpite dal terremoto del 2016.
Stavolta sarà però il saltarello a far ballare la terra per tre giorni e a dimostrare la grande voglia di ripartire, di non star fermi, di ricostruire su appigli e basi solide, sicure e profonde come le radici e le tradizioni popolari, per riconoscersi e condividere i valori comunitari che sono sempre stati la base della cultura di queste aree appenniniche.
Balla la terra avrà come protagonista la musica tradizionale delle regioni del cratere del terremoto del Centro Italia: Umbria, Marche, Lazio, Abruzzo dove le tradizioni orali sono simili in quanto a stili, forme, prassi esecutive e rituali. Lo stesso saltarello, nelle sue declinazioni cantato, ballato e suonato, comune denominatore che lega, oltre l’evento nefasto, le comunità colpite.
All’interno del festival sono in programma incontri, spettacoli, stages con musicisti, cantori, suonatori, stornellatori, ricercatori, gruppi folk, editori, costruttori di strumenti per coinvolgere gli appassionati di musica popolare e tradizionale e in generale tutti coloro che hanno voglia di tornare a stare insieme in un momento difficile e particolare per questi territori.
L’idea del Comune di Preci, principale organizzatore dell’evento, è infatti proprio quella di ricreare al più presto una dimensione di normalità, anche attraverso la festa, lo stare insieme, rinsaldando i vincoli nelle comunità colpite dal terremoto e tra le comunità stesse.
Il programma del festival propone un’offerta molto ampia di eventi e di situazioni: dai concerti serali alle stornellate; dagli stages pratici agli approfondimenti; dalle mostre-mercato degli strumenti tradizionali ad una rassegna dell’editoria di settore, fino alle tradizioni del maggio (canti rituali-serenate) e all’escursionismo, con trekking organizzati alla scoperta (o alla riscoperta) del territorio. Un’immersione totale nel mondo delle tradizioni popolari Il festival dura un intero fine settimana ed è stato pensato per consentire un’immersione totale nel mondo delle tradizioni.
Suoni, profumi, cultura e anche sapori: ci sarà infatti la possibilità di gustare i piatti tipici del territorio negli stand gastronomici e in una grande mensa per la ristorazione.
Ricchissima è la proposta di corsi pratici gratuiti e aperti a tutti, dove si potrà imparare a ballare il saltarello, suonare l’organetto o la zampogna di Amatrice, improvvisare gli stornelli, apprendere i canti tradizionali umbri o suonare il tamburello nelle varianti regionali.
I concerti serali, pensati per un totale coinvolgimento nel ballo del saltarello, vedono la partecipazione di importanti formazioni rappresentative delle quattro regioni come Sonidumbra, La Macina, Trainanà, Passagallo alternarsi ai suonatori e ai cantori tradizionali, con la gradita “incursione” della tarantella del Gargano, grazie alla presenza dei Cantori di Carpino dalla Puglia, direttamente dal “Carpino folk festival” (uno dei più grandi folk festival italiano) per solidarizzare con le regioni colpite dal terremoto.
Uno spazio particolare all’interno del festival è stato riservato ai giovani della zona con una produzione teatrale pensata per l’elaborazione della paura e per un nuovo rapporto con il territorio, ma anche un momento riservato ai giovani danzatori e ai giovani suonatori di organetto delle comunità locali.