Ilaria Rossetti ha vinto il Premio letterario Città di Lugnano 2020. Con il suo “Le cose da salvare” Ilaria Rossetti si è aggiudicata la sesta edizione dopo la scelta fatta dalla giuria di esperti e di quella popolare. Rossetti, lodigiana, classe 1987, ha già una breve ma significativa carriera alle spalle, iniziata nel 2007 con la vittoria al Premio Campiello Giovani e poi la pubblicazione di due libri. Prima del Premio Lugnano, il romanzo aveva già vinto il Neri Pozza facendo acquisire alla scrittrice la possibilità della pubblicazione.
“Le cose da salvare” descrive il crollo reale di un grande ponte in una città di mare (l’allusione è a Genova, anche se mai nominata) e ci sono le sue macerie che lasciano lutti e ferite nell’anima di chi lo ha vissuto. Macerie che diventano metaforiche, con un valore esistenziale, per tutti i cedimenti, i fallimenti, le separazioni e le perdite che contrassegnano la vita di ognuno e il mondo d’oggi. Il romanzo narra l’incontro tra una giovane giornalista e un anziano professore che si rifiuta di andarsene dal suo appartamento sotto lo spezzone rotto del ponte e, partendo dalla cronaca, diventa poetico ed esemplare nella comprensione di sé e dell’altro, nella scelta impossibile delle cose da salvare, materiali e immateriali, da un luogo che racchiude oggetti e sentimenti di una vita intera.
Così la riflessione finale della giovane è: “Cammino in via dei Bastioni e lo so, di nuovo: c’era troppa fretta di salvarsi: Non avevamo capito, ancora, il senso del restare”. Il tutto espresso dalla Rossetti con una scrittura ricca, intensa, con sprazzi poetici tra riflessioni e concretezza, tra un pensiero che ”si liquefa e corre per le scale dell’appartamento e si insinua sotto le porte” o ”in una matrimonio la felicità è un animale in fuga da un predatore, occorre praticare un esercizio quotidiano per riuscire a scorgerla”, e una fiducia nelle parole ‘’che pronunciano le cose e le fanno davvero esistere’’.
Per la sezione “inediti”, dedicata quest’anno al tema del gioco, ha vinto il toscano Marco Bindi con “All-In”. Il romanzo più votato e prescelto dalla giuria popolare, composta da lettori di Lugnano e dell’amerino, è stato ”Nel mare c’è la sete” di Erica Mou, mentre il racconto scelto è stato “In nome di una nuova sorte” di Giorgio Del Puente. La cinquina dei romanzi finalisti era composta anche da Alessandro Bonan con ”La giusta parte”, Lorenzo Moretto con ”Una volta ladro, sempre ladro”, Erica Mou con ”Nel mare c’è la sete” e Gianluca Pirozzi con ”Come un delfino”.
A causa dell’emergenza covid la premiazione, aperta dall’intervento del sindaco e del vicesindaco di Lugnano, Gianluca Filiberti e Alessandro Dimiziani e condotta da Elisabetta Putini, curatrice del Premio, è avvenuta domenica pomeriggio sulla piattaforma Zoom e in diretta Facebook.