Domenica e lunedì, 11 e 12 agosto, nelle giornate che seguono la notte di San Lorenzo. Una due giorni tra il Monastero della Croce e l’Abbazia di Santa Maria di Sitria, un dialogo ed una performance, materia di studio è la performance di Giovanni Gaggia PROPHÉTA 12+1, morire a se stessi per poi rinascere.
Il primo giorno a Fonte Avellana sarà un confronto a più voci, moderato da Giovanni Intra Sidola, Architetto e curatore che ha seguito scientificamente la performance. Sviscererà i macro temi dell’opera, toccando le storie di vita delle 12 persone, scelte sapientemente dai monaci, che saranno in scena: con Dom Salvatore Frigerio, monaco Camaldolese, Giovanni Gaggia e Dom Gianni Giacomelli, Priore del Monastero di Fonte Avellana.
Il giorno successivo andrà in scena PROPHÉTA 12+1, morire a se stessi per poi rinascere, di Giovanni Gaggia, con il danzatore Leonardo Carletti, il contributo scientifico di Giovanni Intra Sidola e accompagnata dal testo critico di Serena Ribaudo. Gaggia non è in scena ma è regista: demanda al corpo e al movimento del danzatore la relazione con il pubblico. L’opera racconta la connessione tra il corpo, la nudità e la sacralità. In questo caso sarà un time e un site specific per l’Abbazia di Santa Maria di Sitria. L’azione come è modus operandi dell’autore non dimentica l’aspetto politico e tocca le problematiche sociali più calde mondiali, attuali. Da un viaggio collettivo ad un viaggio individuale, le religioni e lo spazio qui si fanno unione e condivisione.
La stabilità viene raggiunta attraverso l’incertezza, la forma si rompe in cerca di un equilibrio. Il danzatore si muove al centro dello spazio sacro, tra silenzio e voci. È un corpo che sublima e trasfigura, che tesse con il movimento.
Entrare a far parte del progetto PROPHÈTA 12+1 – scrive Giovanni Intra Sidola – ha significato non solo accettare una sfida difficile ma, ancor di più, ha costituito l’inizio di un viaggio entusiasmante e di una profonda immersione negli aspetti più intimi dell’umanità, fino al cuore di quanto ci sia di più prezioso: la ricerca sul senso dell’esistenza del Mondo e di se stessi e il rapporto dell’Uomo con il Sacro.
Beninteso, il progetto non è certo riferibile all’arte sacra, non ha connotazioni di carattere liturgico, devozionale o cultuale. Affronta, però, e interroga le principali codificazioni rivelate del Sacro, vivendo, soffrendo, ascoltando, desiderando una risposta. Il danzatore incarna ed esprime la dimensione zetetica dell’Uomo.
È possibile pernottare e cenare al Monastero previa prenotazione. Info: fonteavavellana.it | + 39 3289832639 (segreteria organizzativa 12+1 Valeria Santoni).