Panicale entra di diritto nelle celebrazioni umbre dedicate a Raffaello con la tappa nella Chiesa di San Sebastiano, vero scrigno di tesori. Qui, in un dialogo che travalica i secoli, convivono Pietro Vannucci detto il Perugino e Raffaello Sanzio.
Nell’anno in cui anche la nostra regione celebra i cinquecento anni dalla morte del grande pittore urbinate, Panicale fa la sua parte presentando nuovi strumenti didattici per una più approfondita conoscenza dell’affresco “Madonna con bambino tra angeli musicanti”, realizzato tra il 1502 e il 1506 per la Chiesa di Sant’Agostino (all’esterno di Porta Fiorentina) e successivamente trasferito per ragioni conservative nella Chiesa di San Sebastiano, dove tutt’ora si può ammirare.
Ed è appunto qui che l’opera, solo recentemente attribuita a Raffaello, condivide lo spazio con il capolavoro del Perugino, il Martirio di San Sebastiano.
Alterne vicende hanno segnato la vita della “Madonna con Bambino”, a partire dalla sua attribuzione. A lungo ritenuto opera dello stesso Perugino e poi dello Spagna, solo nel 2005, grazie alle analisi e confronti dell’esperto Elvio Lunghi si è giunti a ricondurlo alla mano di Raffaello.
“In passato – ha dichiarato Lunghi nei giorni scorsi in occasione della presentazione dei nuovi strumenti di visita -, sono state proposte attribuzioni fondate sul nulla. Solo dopo aver effettuato confronti partendo da dettagli e immagini di opere dei più diversi pittori attivi in Umbria all’inizio del ‘500, sono giunto alla conclusione che l’unico nome sostenibile sia quello di Raffaello”.
L’inaugurazione dei nuovi strumenti didattici (pannelli bilingue a cura dello stesso Lunghi e del Prof. Daniele Bernardini e un quaderno in italiano e inglese) è avvenuta nei giorni scorsi presso San Sebastiano. “Questa opera, ha dichiarato il sindaco Giulio Cherubini, oltre ad essere un’ulteriore testimonianza di Raffaello in quest’area, dà la misura della grande qualità artistica che il nostro territorio ha espresso nei secoli”. Parole di apprezzamento per il grande lavoro di ricerca svolto dagli esperti sono state espresse dalle assessore Anna Buso e Giselda Bruni che si augurano questa sia solo una tappa di un percorso di conoscenza del patrimonio artistico, soprattutto in funzione delle nuove generazioni.