Al Rettilario di Perugia è appena arrivato un esemplare di cobra reale, il serpente velenoso più lungo al mondo, diffuso nel nord dell’India, nel sud della Cina, in Malesia, nelle Filippine e in buona parte del Sud-est asiatico.
A spiegare le caratteristiche di questo raro rettile, che al momento in Italia può essere ammirato solo nella struttura perugina, è Carlo Guidi, il direttore del Rettilario di Perugia. “Si tratta di un esemplare difficile da gestire – afferma l’esperto –, perché raggiunge notevoli lunghezze, infatti, zoo e rettilari, per ragioni di sicurezza, tendono a non tenerlo. Essendo, però, un animale molto interessante, fra l’altro uno dei pochi che mangia altri serpenti, ho pensato di proporlo nel nostro rettilario, visto che già negli anni ’80 ho gestito alcuni esemplari di questa specie.
Quello che abbiamo oggi è nato in cattività, in Olanda, da genitori vietnamiti. Ha una lunghezza di due metri e sessanta centimetri ma continuerà a crescere fino a quattro metri e mezzo o cinque”. “Il cobra reale può inoculare una quantità di veleno neurotossico molto importante – prosegue – e può portare a morte in pochissimo tempo, quindi occorre essere molto prudenti e conoscere l’animale per poterlo gestire. In ogni caso non è particolarmente aggressivo rispetto a altri tipi di cobra. È un animale molto attento, pensa molto prima di attaccare”.
Al Rettilario di Perugia, uno dei più importanti d’Europa che si trova sulla collina del Monte Pulito all’interno di una torre di oltre mille metri quadrati che si erge all’ingresso del parco naturale Città della Domenica, è possibile però vedere tanti altri tipi di rettili velenosi e non. “In Italia abbiamo probabilmente la più grossa collezione di serpenti velenosi – continua Guidi – tra crotalidi come serpenti a sonagli e una testa di rame, quattro specie di cobra e viperidi. Tra questi abbiamo una vipera del Gabon arrivata da poco, di oltre 1 metro e 20 centimetri e la vipera aspis, molto comune nella nostra regione, che consiglio a tutti di venire a vedere così da poterla distinguere dalle specie non velenose che non è il caso di uccidere perché importanti per il nostro ecosistema. Poi ci sono serpenti non velenosi, come boa, pitoni e anaconde. Inoltre, è possibile ammirare anche caimani, coccodrilli del Nilo e alligatori”.
Oltre a poter vedere tante specie di rettili, la struttura perugina offre la possibilità di partecipare a un percorso evoluzionistico che è stato recentemente aggiornato con nuovi fossili. “Abbiamo integrato la parte evolutiva – spiega Guidi – soprattutto per i ragazzi delle scuole. Si parte dalle prime forme di vita sul pianeta per arrivare ai dinosauri”. Interessante vedere, ad esempio, le somiglianze tra un pitone di sette metri dei giorni nostri e un esemplare di 60 milioni di anni fa che denotano una dentatura pressoché identica, o ammirare le stromatoliti, fra le maggiori responsabili per la presenza di ossigeno nell’atmosfera terrestre, fino ad arrivare ai fossili di rettili marini. Oltre al dyrosaurus e l’ittiosauro, si può ammirare anche un fossile di mosasauro. Protagonista dell’ultimo Jurassic Park è, infatti, il più famoso e quello riconosciuto più facilmente dai bambini.