Le Gallerie degli Uffizi ricevono in dono da Josi Taragoni, figlia di Mario, grande collezionista genovese, il Ritratto di signora in Giardino, del 1883, una delle opere più importanti e significative del percorso artistico di Silvestro Lega, dipinta in un periodo in cui l’artista aveva trovato una certa serenità presso la famiglia Tommasi a Bellariva (Firenze).
Come afferma il direttore delle Gallerie, Eike Schmidt, “Un altro capolavoro della pittura macchiaiola si aggiunge alle nostre collezioni. In linea con il pensiero paterno, Josie Taragoni ha voluto destinare quest’opera al museo fiorentino che possiede la raccolta più rilevante di quella corrente artistica: a lei va il pensiero grato delle Gallerie, dei fiorentini e di tutti i visitatori futuri che potranno così ancor meglio comprendere ogni aspetto della creatività di Silvestro Lega”.
“Sono davvero felice per questa operazione che considero molto importante – dichiara Josie Taragoni – perché penso che questo quadro, in particolare, possa ulteriormente internazionalizzare la pittura dei Macchiaioli”. Per la densità materica dell’impasto pittorico e l’approccio diretto e quasi fotografico al soggetto, infatti, l’opera è fondamentale per documentare al meglio le risorse formali della pittura macchiaiola, da intendersi come fucina stilistica di sconvolgente modernità e patrimonio di risorse per molte espressioni figurative del Novecento, non soltanto in ambito italiano.
Contro una spalliera di foglie verdi e carnose perché gonfie di linfa, la figura femminile emerge con una forza quasi arcaica, dovuta alla sintesi formale nella resa del volto, isolato e assorto in pensieri distanti e come a disagio, forse per la costrizione della seduta di posa, o per un consapevole distacco psicologico della protagonista rispetto all’immagine di sé vestita a festa che l’artista immortala sulla tela.
Il personaggio ritratto (la signora Frediani, secondo Josie Taragoni) sprigiona come un’aura primordiale che la avvicina alle severe e ruvide eroine sociali della “pittura dei campi”, secondo la visione naturalista del pittore francese Jules Breton, particolarmente apprezzata in Toscana da Adolfo Tommasi ed Egisto Ferroni.
Il risultato è volutamente inquietante, perché se da una parte il pittore sembra voler rapire in velocità l’immagine, esprimendo la forza e la sovranità della donna, dall’altra si sofferma su dettagli che ne dichiarano l’appartenenza alla classe borghese: l’elegante abito celeste polvere, la goletta di pizzo fermata da uno spillo d’oro a forma di freccia, e il tocco gentile del mazzolino di fiori appuntato sul petto.
Da oggi oggi il Ritratto di signora in giardino è esposto nella sala 18 della Galleria d’arte moderna, su una splendida parete dove all’inizio si ammira il Ritratto della Figliastra di Giovanni Fattori del 1889, e al centro un altro capolavoro del pittore livornese, Lo Staffato, del 1880.