Gli anni della crisi recente che ha colpito al cuore l’Italia e l’Europa raccontati da un grande giornalista. Mercoledì 2 maggio Roberto Napoletano, già direttore del Messaggero e del Sole 24 Ore, presenterà a Perugia il suo ultimo libro Il Cigno nero e il Cavaliere bianco (La nave di Teseo editore): appuntamento alle 17.30 nel Salone d’Onore di Palazzo Donini, per un incontro promosso da Umbrialibri con la partecipazione, insieme all’autore, di Gianpiero Bocci, Fausto Cardella e Pasquale Guerra.
Una storia, quella raccontata da Napoletano, che inizia nel novembre del 2011, quando si abbatte sull’Italia il Cigno nero – la tempesta perfetta dei mercati – e arriva fino ad oggi, allo scontro aperto su Bankitalia e le macerie del sistema bancario italiano.
Attraverso nuovi incontri inediti e prove documentali, il giornalista riscrive la storia della grande crisi italiana, la crisi sovrana e la crisi bancaria, mettendo a nudo responsabilità nascoste. Il complotto non esiste, l’Italia non diventa la nuova Grecia, ma paga salato il conto dell’errore fatale di Trichet, allora presidente della Banca centrale europea. Pesano sul paese gli interessi geopolitici dei nostri “cari alleati” e si allungano le mani predone della finanza d’oltralpe. Nelle pagine del volume che verrà presentato a Perugia si intrecciano come in un romanzo thriller, in cui la posta in palio è altissima e molto reale, colloqui riservati a tutti i livelli, italiani e internazionali, segreti, rivelazioni scottanti, protagonisti e comparse.
A salvarci sarà il provvidenziale arrivo di un Cavaliere bianco, il nuovo presidente della Bce Mario Draghi. Intanto gli italiani vivono la parabola di Berlusconi, i sacrifici del governo Monti, i tentativi del giovane Letta, il coraggio e le trame di Renzi. È il passaggio tra un mondo vecchio e il mondo di oggi. Le grandi famiglie industriali si dileguano in un capitalismo di relazione che non muore mai, le banche sono investite loro malgrado dal ciclone della doppia recessione e, grazie al lavoro silenzioso degli uomini del Tesoro e della Banca d’Italia, si evita il fallimento del paese.
Questa rilettura avvincente della storia del risparmio rivela che si è arrivati a un passo dalla fuga dei depositi e per colpa di chi. Si scopre una zona grigia dove si arricchiscono tanti “furbacchioni” e si rovinano molti disgraziati. Fuori, a combattere ogni giorno la battaglia della competitività, resiste una speranza: un sistema di imprese familiari, cresciute in Italia ma ormai globali, che vince nel mondo perché innova, senza chiedere aiuti a nessuno.