Roma. La figura di Neno Fascetti nella pièce “Mister Meno 9”

mister meno nove

Mister Meno 9

Uno spettacolo di Giorgio Serafini Prosperi & Giovanni Pepe

con Alessio di Clemente

Regia di Giorgio Serafini Prosperi

dal 24 al 27 novembre 2016

Roma, Teatro Ghione

 

Un uomo solo al comando, un uomo scomodo, un uomo contro. Questo è l’Eugenio Fascetti proposto nella pièce teatrale “Mister meno 9”, monologo scritto da Giorgio Serafini e Giovanni Pepe ed interpretato da Alessio di Clemente che andrà in scena al Teatro Ghione di Roma dal 24 al 27 Novembre prossimi.

Lo spettacolo si ispira all’impresa della Lazio nella stagione 86-87, quando, con un’insperata rimonta, la squadra guidata da Fascetti seppe evitare lo smacco di un’ingiusta retrocessione in serie C, non limitandosi alla cronaca di quanto accaduto ma ampliandone i significati.

Si parte dalla figura di Fascetti, lo scontroso, l’antipatico, l’ispido, per raccontare a tutto tondo la figura del “mister”, spesso parafulmine, talvolta ispiratore, padre, padrone, sergente di ferro, psicologo e altro ancora, tale è il ruolo che riveste un allenatore di calcio nelle delicate dinamiche all’interno dello spogliatoio.

Ma “Mister meno 9” è anche la storia di uno strappo, di una ferita, di un tradimento. Lui, il condottiero che compie l’impresa è scaricato dalla società, apparentemente senza motivo, proprio quando si appresta a godere i frutti del proprio lavoro.

Esonero è per un allenatore una parola spauracchio. Non per lui. Eugenio, detto Neno, non si fa cacciare da nessuno, se ne va lui, da solo, senza pretendere niente. Non accetta compromessi né intrusioni. Prendere o lasciare. È il suo destino, quello di sottrarsi. Ed è il suo fascino: in un mondo sempre troppo pieno di presenzialismo (non solo nell’ambito del calcio) lui è capace di tacere (non sempre) e farsi da parte.

“Mister meno 9” è un racconto volutamente romantico su un calcio che non c’è più, quello degli ultimi Anni Ottanta (scanditi ed evocati nello spettacolo dalle musiche dell’epoca), che stava definitivamente perdendo la sua innocenza.

Giulio Pocecco

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