di Benedetta Tintillini
Sarà presentato il prossimo 20 Aprile, alle ore 17:00, presso la Sala Brugnoli, nella sede della Regione Umbria, il libro curato da Francesco La Rosa dal titolo “Sacro femminile in Umbria”, realizzato con il Patrocinio della Presidenza dell’Assemblea legislativa della Regione Umbria e del Comune di Perugia.
Il titolo, che, in realtà, rappresenta solo una parte del contenuto, riconduce alla figura della donna ed alla sua sacralità nella terra che ha visto esempi celeberrimi consacrarsi a Dio. Le vite delle Sante umbre, raccontante brevemente, rappresentano la parte iniziale del volume, introdotta da una struggente dedica di La Rosa alla madre, figura di donna sacra per eccellenza.
Gli interventi che seguono, lungi dall’essere esaustivi, sono, per lo più, dei punti di vista, e come tali parziali ed opinabili, ma come dice La Rosa, il libro non vuole dare spiegazioni, ma suscitare dibattiti. Dal sacro, ed umbro, si scende nel quotidiano e nell’opinione personale, frammisto a suggerimenti di visita ed auspici di rinascita, come nel caso della descrizione dei luoghi della Valnerina com’erano e come auspichiamo possano tornare ad essere.
Stupisce che a parlare di donne siano uomini, in verità, e che le donne chiamate a dare contributi alla pubblicazione rappresentino l’ideale femminile così caldamente esaltato nel volume: materna, prolifica, accogliente, dedita ai lavori domestici ed al mantenimento della pace (oltre che del nucleo) familiare; senza però tralasciare il suo aspetto sensuale, lontano dalla figura materna ricordata nella dedica in prima pagina. Un uomo mussulmano convertitosi al cristianesimo analizza la situazione femminile nell’ambito delle due religioni, mentre un altro si chiede se donna si nasce o si diventa…
Gli esempi femminili di dedizione al lavoro, testimoniati nella pubblicazione, rimandano a donne dedite al ricamo o a produrre caciotte o simili, nell’economia rurale della già citata Valnerina. Spiace non leggere di donne ricercatrici o capitane di industria, che nella nostra regione sono presenti e lavorano, ogni giorno, per la loro dignità e per il progresso del nostro Paese.
Anche un mio scritto è presente nella pubblicazione: si tratta di un articolo dedicato al Museo San Francesco di Trevi, nell’ambito di quell’intento, a latere dell’argomento principale, che vuole dare suggerimenti di visita e spunti di interesse nella nostra Regione.
Nella prefazione l’autore-curatore si chiede: la Donna (con la maiuscola), per essere sacra deve essere anche santa? Quante pretese in un titolo solo… dobbiamo essere sacre, dobbiamo essere sante… ma c’è proprio bisogno di porre sempre un aggettivo prima del sostantivo “donna”? Santa o puttana, sacra o dissacrata, rispettata o violentata, qui non se ne esce. Ma quand’è che da noi ci si aspetterà di essere “solo” donne?