Da Koudougou a Collelungo, da una delle principali città del Burkina Faso ad una piccola frazione nei pressi di Marsciano. E’ qui che vive e lavora Salifou Yameogo, sportivo, atleta e preparatore atletico di alto livello (ha rappresentato il suo Paese alle Olimpiadi di Sidney), musicista, cittadino del mondo, grande sognatore, ma con i piedi ben saldi a terra.
Salifou, innanzitutto, cosa ti ha spinto a lasciare il tuo Paese per venire in Italia?
Sono venuto in Italia nel per motivi di studio a 18 anni, dietro consiglio di un mio professore, che vide in me una propensione per lo sport ed il lavoro sul corpo. Sono partito per andare prima in Francia, poi in Italia in modo da studiare e specializzarmi in questo ambito. Contemporaneamente ho fatto esperienze negli Stati Uniti, ho proseguito gli studi laureandomi a Parigi, ho conseguito un Master a Lione per diventare preparatore atletico specifico per i calciatori, ed ho studiato in quattro Università, oltre a Lione in Belgio, Svizzera ed anche a Torino.
Hai conosciuto diverse culture che sicuramente ti hanno arricchito, ed il tuo legame con il Burkina Faso è rimasto?
Si, sono sempre rientrato in Burkina Faso, soprattutto perché lì ho fondato nel 2000 un’associazione che si chiama “Associazione Culturale Sport e Salute”, questo per promuovere lo sport nell’ambito del mio quartiere a Koudougou nel tentativo di coinvolgere bambini e ragazzi in attività salutari e distoglierli da situazioni di rischio, trasmettendo contemporaneamente sani valori di vita. Ogni anno torno per organizzare tornei e, mentre io sono via, mio fratello, allenatore di calcio, si occupa delle attività; lui cura l’aspetto tecnico-tattico mentre io curo la parte della preparazione fisica. Negli anni ho avuto sponsor anche importanti, come il Perugia Calcio dell’epoca Gaucci, che mi hanno sostenuto nel mio progetto.
Oltre tutto questo, che è già tantissimo, tu coltivi un’altra grandissima passione: la musica.
La passione per la musica l’ho portata dall’Africa, anche nei momenti più difficili non ho mai smesso di fare musica, unendomi a piccole realtà del territorio che mi chiamavano per suonare le percussioni, fino a realizzare il mio primo cd dal titolo “Winam Rabo”, album ho dedicato a mio padre, scomparso nel 2000, poco prima della mia partenza per le Olimpiadi di Sidney. Con il ricavato delle vendite ho finanziato la ricerca contro l’AIDS, tema di scottante attualità all’epoca, soprattutto in Africa, a causa della sua enorme diffusione.
Suoni anche con musicisti italiani, giusto?
Si, da anni collaboro con un gruppo molisano, i Riserva MoAC (acronimo che sta per Molise Africa Cuba), gruppo che sperimenta mescolando le sonorità tradizionali di mondi apparentemente lontanissimi. Con loro suono le percussioni e ballo le danze africane, è grazie a loro ho avuto l’opportunità di farmi conoscere nell’ambiente musicale.
Le tue sonorità come vengono accolte nella nostra regione?
Sicuramente la maggioranza del pubblico umbro non è abituato alla musica africana, lo trovo quindi abbastanza ostico, non per preconcetti, ma per la scarsa abitudine a questo tipo di ritmi. Se però ci si rilassa e si apre la mente sganciandosi dai condizionamenti ed abbandonandosi al ritmo, si scoprirà una musica divertente e solare.
Ora stai per uscire con un secondo cd del quale il video “Rastaman” è già su Youtube (vedi in fondo n.d.r.)
Si, prossimamente uscirà il mio secondo cd, “Rastaman”. Ho scritto io i testi di tutte le canzoni, ed ho voluto mescolare i diversi dialetti africani e le lingue che conosco. In queste canzoni parlo del mio vissuto, dove ognuno di noi potrà ritrovare alcuni aspetti della propria quotidianità. Questo vale soprattutto per gli immigrati, che vengono in Italia pensando che sia tutto facile, e poi si scontrano con la dura realtà che li aspetta. Sono dodici pezzi, le cui musiche sono state eseguite con strumenti che ho voluto portaredirettamente dall’Africa, in modo da riproporre fedelmente le vere sonorità della mia terra.
Parliamo anche del progetto che è anche lo scopo ultimo del tuo cd “Rastaman”.
Si, il mio sogno è di promuovere lo Sport in Burkina Faso, la mia associazione lavora costantemente per poter dare una mano alle nuove generazioni, trasmettendo dei valori sani, favorendo la scolarizzazione. Le nostre attività ora vengono svolte all’aperto, con un certo senso di dispersione, io vorrei realizzare una struttura che sia un punto di ritrovo fisico per i ragazzi, dove poter fornire loro un’educazione sia culturale, sia musicale, sia sportiva. Questo disco nasce per dare un ulteriore input alla realizzazione di questo progetto. La mia intenzione non è di mendicare a mani vuote, ma proporre uno scambio: io do la mia musica in cambio di un sogno.
Benedetta Tintillini