“Tanto è stato fatto, ma tanto ancora c’è da fare. – Così Suor Maria Rosa Bernardinis, Priora del Monastero Santa Rita da Cascia. – L’impegno che ci attende, riguarda gli ingenti lavori della parte più antica del Monastero, che ha danni strutturali ed è inagibile. Per la nostra Comunità e per i fedeli, tornare a vivere questa parte della nostra casa comune è un reale bisogno. Abbiamo attivato l’iter previsto dalla legge, per accedere ai contributi pubblici e siamo fiduciose. Dobbiamo però constatare che la ricostruzione sembra un miraggio. Chi vive in queste terre, condivide con noi il forte e profondo senso di incertezza. Le persone si sentono abbandonate e la speranza sta lasciando il passo alla disperazione”.
I lavori del maestro antico – Nella parte antica del Monastero di Santa Rita da Cascia, oggi inagibile, la Santa ha passato 40 anni. Qui, si trovano l’Oratorio del Crocifisso, dove Rita ricevette la spina, la Cella dove la Santa ha vissuto e dov’era esposta la Cassa Solenne che ha custodito il suo corpo dopo la morte e il Roseto. Prima del sisma, questi luoghi erano visitati da una miriade di devoti, che ora debbono rinunciarvi. La visita al Monastero è garantita, avendo spostato ciò che si poteva, come la Cassa Solenne, in una stanza del Chiostro. Ma, non è più come prima.
L’Ingegnere Lanfranco Castellucci è uno dei quattro tecnici che stanno seguendo la ristrutturazione: “Abbiamo compiuto i rilievi del complesso e stiamo predisponendo l’elaborato che ci mostrerà la distinzione dei danni. L’obiettivo è chiudere la fase burocratica nel 2020. Ci vorrà ancora qualche mese per poter arrivare al progetto definitivo e poi alla fase istruttoria, che vedrà coinvolto l’Ufficio Speciale Ricostruzione dell’Umbria e anche la Soprintendenza, per capire come intervenire, preservando la storia dell’edificio. Abbiamo preso l’impegno, professionale e personale, di restituire questi importanti luoghi, ricostituiti e ripristinati, alle Monache, alla collettività e ai numerosi fedeli”.
Cosa è stato fatto – In questi tre anni la priorità delle Monache è stata quella di restituire la Casa di Santa Rita a tutti i suoi figli. Si è iniziato dalla Basilica, che aveva riportato molti danni, ma non strutturali. Grazie a benefattori, volontari e soprattutto a MSC Crociere, la Basilica è stata la prima Chiesa a riaprire nel cratere, parzialmente il 4 dicembre 2016 e definitivamente per la festa del 22 maggio 2017. Grazie al sostegno di molti, è stato ristrutturato anche l’Alveare, casa d’accoglienza del Monastero per minori in difficoltà. Poi, la volontà delle Monache di ripristinare un servizio primario e garantire il diritto alla salute, ha visto il 22 settembre 2018 l’apertura del Nuovo Ospedale di Cascia, finanziato con numerosi contributi. In tutto ciò, la grande vicinanza dei devoti non è mai mancata e la voglia di visitare Cascia è gradualmente tornata, ed oggi è più forte di prima.
Santa Rita faro di speranza e luce per le coscienze – “Non si può più perdere tempo e si deve agire subito, questo è l’appello che rivolgo a chiunque ha potere di fare qualcosa, perché senta il peso di quello che accade in questi luoghi e a chi ci vive. Noi Monache preghiamo affinché Santa Rita interceda presso Dio – conclude Suor Maria Rosa – per coloro che si sentono schiacciati dal peso di questa situazione, donandogli nuova speranza e per chi invece ha il dovere di intervenire, risvegliandone la coscienza e ricordandogli che il potere non è un privilegio, bensì un dovere di responsabilità e rispetto verso gli altri”.