«I buoni scrittori toccano spesso la vita. I mediocri la sfiorano con mano sfuggevole. I cattivi la esasperano e poi l’abbandonano»: scriveva il caro Ray Bradbury. Indubbiamente nel primo entourage di scrittori, in questa élite sublime locus amoenus dell’arte scrittoria tout court, rientra lo Scrittore Cristian Mariani. Di umbre origini e umili natali, nato e cresciuto in quel di Foligno, in quel suggestivo crocevia di ambizioni periferiche e sogni repressi, in quella città medioevale, crogiuolo di consunte vie e scorci panoramici, che la leggenda pone al centro del mondo intero.
Eclettico autore di racconti crepuscolari e poesia senza metrica, lo scrittore Cristian Mariani esordisce nell’ampio quanto affascinante scenario letterario nel 2005, anno il cui dà alle stampe il primo libro nonché visione alternativa del fantastico: “Arcanum”. Una raccolta di storie intessute tra loro dal fil rouge del mistero, del misticismo e dell’ignoto dove il tempo sfuma nei nebulosi contorni di una realtà altra eppure così viva, così coinvolgente e così tangibile da poterne sentire l’intima essenza, l’acre odore della fervida metamorfosi. Un racconto nel racconto. Un oltre il racconto. Un intimo viaggio nei meandri più reconditi dell’essere. Un sagace esplorare, una favolosa scoperta.
«Quello che avete tra le mani è un libro di poesie. Chiedo scusa, forse il termine non è pienamente calzante o magari riassume certe peculiarità metriche che le composizioni che qui seguono per natura non hanno, hanno in maniera alterata, o semplicemente non vogliono avere. Quindi quello che avete tra le mani è un libro di prosa in versi».
Questo è uno stralcio della seconda opera made in Mariani dall’evocativo titulus “33 Versi Contro…versi”.
Un sublime scontro di emotività che genera parole e concetti accompagnati da musica e ritmi del tutto personali e di norma non stereotipati. Un fare poesia come istintiva auto creazione, senza svilire la natura poetica del nostro essere, senza adombrare la creatività, senza diventare operai della poesia o produttori in serie di componimenti inutili per la loro intrinseca natura.
Attualmente impegnato nella stesura di romanzi fantasy e mitologici, la sua attenzione costante ed attiva, oltre ad essere rivolta alla scrittura tout court in tutte le sue infinitesime sfaccettature, all’arte, alla pittura ed al teatro, è altresì indirizzata alle marginalità sociali. Un operare, sia come professione che attività di volontariato, tanto attivo quanto dinamico in tutti i delicati e poliedrici parterre di questi status nonché etichette sociali: salute mentale, disabilità e dipendenze, in collaborazione e a supporto dell’associazionismo di promozione sociale e con chiunque sia in dovere e in diritto di non credersi solo, a se stante.
Leitmotiv del “pensiero” dello scrittore Cristian Mariani è la duplicità della scrittura vista non solo come “ricercato hobby” anche come un impegno “politico” rivolto alla creazione di una cultura di massa più evoluta e meno qualunquista, di nicchia perché alta, fruibile perché libera, aperta e negoziabile, che possa far approdare ogni uomo nei porti sicuri dell’autodeterminazione e della creatività.
Scrittore Cristian Mariani in primis mi preme ringraziarla anche a nome di tutti i lettori di Umbria e Cultura per l’intervista che ci ha concesso. Un pour parler, uno sguardo incrociato con uno dei massimi rappresentanti dell’ars scrittoria umbra e non solo. Un’occasione nonché un’opportunità per conoscere e far conoscere Cristian Mariani nella sua essenza di uomo di lettere e di persona in toto, con quel pizzico di curiosità nei retroscena più celati che da sempre stuzzicano quella delizia che dall’ignoto muove. Ma cominciamo per gradi: quando è stato il Suo start scrittorio, quel preciso momento il cui Lei, penna alla mano, ha inciso le sue prime frasi da scrittore.
Per rispondere alla Sua domanda è necessario un discreto salto a ritroso nel tempo. Un salto di ben 24 anni. Tutto è iniziato nella rovente estate del 1995 dopo aver letto i racconti dello scrittore americano Howard Phillips Lovecraft, il sognatore di Providence, un personaggio eclettico che ha attraversato la letteratura horror rimodellandone i confini e le tematiche e della quale è riconosciuto come uno dei massimi esponenti, nonché considerato come il precursore della fantascienza angloamericana.
Oltre a H.P. Lovecraft quale altro scrittore ha influenzato la sua scrittura?
Per le tematiche trattate oltre a Lovecraft hanno prodotto in me una sorta di magnetismo: Edgar Allan Poe, Ambrose Bierce e Conan Doyle. Riferendoci invece alla sfera squisitamente stilistica mi sento più vicino ad Oscar Wilde, a Pirandello e Kafka, in particolare quest’ultimo, sintetizza tutti i leitmotiv e le caratteristiche che ho sempre ricercato nella scrittura.
Nel Suo bagaglio produttivo Lei vanta la pubblicazione di testi sia in prosa che in poesia. Iniziamo da Arcanum come ed in che contesto è nata questo Suo masterpiece?
Arcanum è un romanzo costituito da vari racconti. La genesi è molto particolare ed in un certo senso inaspettata. Inizialmente doveva essere una semplice raccolta di storie, poi mi venne l’idea di strutturarle seguendo una diversa logica e una particolare intelaiatura: un racconto dentro il racconto. Il tutto unito da quel sottile fil rouge che è la trama e che lega tutti i componimenti dal primo all’ultimo compreso il corpo centrale dell’opera . E’ la struttura del racconto sull’estensione del romanzo.
Dalla prosa di Arcanum sono passato, successivamente, alla poesia con il mio secondo libro. Poesie raccolte in base e varie tematiche e scritte in diversi momenti della mia vita. Ecco qui spiegato quel pizzico di contraddittorietà che traccia la fisionomia dei miei componimenti. Poesie catalogate in base a contenitori abbastanza consoni alla vita sociale: dalla vita alla morte passando per l’amore in un assetato ed assennato excursus sulle più grandi e discusse tematiche dell’esistenza.
Sappiamo che sta riprendendo tra le mani il libro Arcanum per farne un restyling, in cosa cambierà rispetto alla versione originale? A cosa è dovuta questa operazione di rinnovo?
L’idea di un restyling è nata qualche mese fa da un mio sentire interiore; percepivo nel mio intimo che l’opera era incompleta, un qualcosa che poteva diventare altro, sentivo che era in lenta metamorfosi ma che in realtà non si era evoluta nonostante i dieci anni impiegati per scriverla. Mancava di una spinta propulsiva che donasse senso a tutta la narrazione che ingloba le piccole partizioni dei racconti. Quindi, da qui, l’idea di un restyling che è un andare oltre un semplice rifacimento, è un misurarmi con il passato e differenziare la cifra stilistica facendo convivere le due versioni.. Un po’ come se dentro il me attuale ci fosse il me del ‘95. Come scrivere a quattro mani con una persona che conosci poco … o riscrivere l’opera di un altro.
Parlando di poesia sappiamo che il Suo testo “33 Versi Contro … versi” rientra in un progetto molto più ampio, ce lo può gentilmente descrivere.
“33 Versi Contro … versi” è stato il primo e propedeutico libro di una trilogia di opere sulla poesia che proseguirà con “33 Liriche Empiriche” e “33 Ritratti Distratti”. La numerologia come un gioco di specchi che ruota intorno al numero 33. 33 che moltiplicato per 3 da 99, il numero delle poesie che rientrano in questo mini progetto editoriale. Attualmente è in stesura il secondo capitolo.
Parlando di poesia quali sono i Suoi influencer e quale stile metrico è solito seguire se ne ha uno?
Fondamentalmente non mi ha influenzato nessun poeta in particolare poiché non sono un accanito lettore di poesie, tutt’altro direi, quando posso ne evito volentieri la lettura perché mi annoiano. Gli unici riferimenti dotti che si possono avvicinare al mio concetto di poesia sono riscontrabili in Giacomo Leopardi e Dante Alighieri. Il mio stile metrico?. Quando scrivo poesia molto spesso sono ispirato da un refrain musicale, creo poesie come se scrivessi canzoni per questo i pochi poeti che mi hanno ispirato di più sono cantautori in primis Fabrizio De Andrè che, senza dubbio alcuno, ritengo sia il più grande poeta al mondo del XX secolo.
Quindi ci spieghi meglio l’esegesi di una poesia made in Cristian Mariani. Qual’ l’iter creativo dei suoi versi?
Sfato un falso storico, un cliché tanto diffuso quanto infondato secondo il quale la maggior parte della gente ritiene che la poesia nasca e sia il frutto di un momento di creatività basato su un oggetto specifico. Non è assolutamente vero! Nel momento in cui mediti su un particolare oggetto o soggetto e intendi scriverci una poesia … beh, questa non nascerà mai. La poesia si genera dalla combinazione casuale di due o tre parole nella mente, di elementi casuali che si contrano e generano musicalità … Ti piace il suono, ti piace come sono legate e da li poesis condita. Quando componi i primi versi non sai neppure quale sarà l’argomento di quelle righe, il tutto si rivelerà progressivamente quando insieme all’istinto entra in scena l’aspetto più razionale e logico: la necessità di dare una veste a quelle parole che altrimenti rischierebbero di rimanere sterili come un esercizio accademico fine a se stesso.
Mariani Prosatore e Mariani Poeta in quale delle categorie si riconosce di più?
Bella domanda. Sicuramente mi riconosco di più nel parterre scrittore di prosa. Il passaggio dalla prosa alla poesia per me rappresenta una metamorfosi intima, infatti, produce un cambiamento non solo in termini squisitamente strutturali della scrittura ma una vera e propria metamorfosi a livello contenutistico e tematico. Un esempio per rendere l’idea… E’ come se un astronauta si dilettasse nell’arte agraria. Passare dalla prosa alla poesia per me è come cambiare professione.
Dopo 14 anni dalla prima pubblicazione, quanto ed in cosa è cambiato il suo stile di scrittura, le tematiche che affronta ed il Suo approccio allo scrivere?
Indubbiamente rispetto all’esordio del 1995 la mia scrittura è cambiata radicalmente, ha subito una sorta di innovativo ed inaspettato mutamento, una tanto tacita quanto sostanziale metamorfosi. Dal ’95, quando ho iniziato a scrivere emulando i maestri del genere fantastico e horror, c’è stato uno stravolgimento, c’è stato un momento in cui ho abbandonato le velleità della drammatizzazione intensa, dell’effetto forzato per entrare in una dimensione più congrua al mio essere, più compatibile alle mie necessità, passando quindi ad una spettacolarizzazione su base quasi cinematografica unita a un forte senso di ironia con sfaccettature grottesche e psicologiche. All’esordio, priva di questi elementi che danno tridimensionalità e corposità, la scrittura risultava essere molto più drammatica ma per certi versi piatta.
Il 2018 è stato per Lei un anno di gloriosi successi e lodevoli riconoscimenti. Dopo il Premio “V Concorso Cet Scuola di Mogol” è stato scelto per essere inserito nell’ “Enciclopedia dei Poeti Italiani Contemporanei” che verrà pubblicata nella primavera del 2019. Ci può spiegare di cosa si tratta nello specifico?
L’enciclopedia è una vetrina letteraria di nota fama. Una sorta di dialogo a colpi di versi e strofe, una pièce in cui 140 autori, che hanno partecipato al concorso, sono stati selezionati per essere inseriti nelle pagine di questa antologia che vanta la prefazione di Mogol. Io sono stato scelto con la poesia “Mare Nostrum”.
Tante altre sono le Sue “valorose medaglie” emblemi di un indiscusso ed indiscutibile successo nonché della Sua grandezza scrittoria… ce le può elencare cortesemente?
Seguendo un ordine cronologico con la poesia “Follia di Foglia” ho conquistato il podio nella XXV edizione del “Premio Letterario N. Giordano Bruno” indetto dall’Accademia Internazionale Amici della Sapienza di Messina. Colgo l’occasione per ringraziare la Dottoressa Teresa Rizzo per l’analisi ed il commento che ha fatto ai miei versi. “Rebus d’Amore” non solo è stata segnalata nel concorso letterario “Premio Ottavio Nipoti Ferrera Erbognone 2018” ma è stata altresì inserita nell’omonima antologia che uscirà a Settembre. Poeta selezionato anche al “III Premio Internazionale Maria Cumani Quasimodo” con la poesia “Chi è quest’uomo?” che verrà pubblicata in un’antologia edita da Aletti Editore in prossima uscita. Sono entrato nell’entourage dei finalisti del “Premio II Tiburtino” con l’opera “Non si gioca con i fiori”. Con la poesia “Glianni” ho conquistato il primo posto nel concorso regionale “Poeti di classe” Sezione Adulti indetto dal II Circolo Didattico di Spoleto Scuola dell’Infanzia e Scuola Primaria Via Cerquiglia.
Non solo successi per Lei ma anche un vero e proprio debutto della Sua arte on air. Ce ne può parlare?
Assolutamente si. Due sono le stazioni radio in cui ho esordito. La prima è Radio Green Stege dove sono andato in onda nel programma “Leggiamo la Radio”. Un piacevole pour parler condotto da Daniela Flagello e Francesco Pellovini . Su radio Rat, invece, Riccardo Santipolo nel suo programma “Poeti e Parole” ha dedicato un’intera puntata alla lettura di alcune delle mie poesie in un connubio perfetto tra la sua verve recitativa e musica d’autore.
Da scrittore 2.0 Lei è molto attivo anche sui social con la Sua pagina Facebook “Kristian Mariani – Ciak si scrive” che vanta di un ricco palinsesto ce lo può descrivere a sommi capi?
La pagina che, sta per spegnere la sua terza candelina, nasce in primis con l’obiettivo di far conoscere la mia scrittura e con lo scopo di fare e diffondere cultura sia essa letteraria che artistica. Emblematica è la struttura che si rifà ad un ricco palinsesto strutturato per rubriche tematiche a cadenza settimanale. Da “L’ora della Buonanotte”, che chiude la giornata, a “L’ora del tea: istruzioni per l’uso” rigorosamente alle 17; dal giorno dedicato alla Poesia alla satira brand del “Satyricon Cronache in Itinere” e di “Consigli per l’uso”. Ogni post è corredato dall’aggiunta di un’opera artistica pertinente alla tematica e debitamente citata. La pagina è stata creata, ideata ed è gestita dalla Dott.ssa Katia Cola, che rappresenta e tutela i miei interessi come agente letterario.
Oltre alla pagina è possibile seguirmi e contattarmi anche sul gruppo Facebook “Ciak si scrive” e prossimamente su il mio sito web ufficiale ed in altri social.
Scrittore Cristian Mariani La ringrazio per il tempo che ci ha concesso e per la piacevole chiacchierata. Ad Majora.
Grazie a “Umbria e Cultura”.
Katia Cola