Scuola. Storia di una scintilla di energia, racconto di un episodio normale ma che ha dello straordinario, se lo si legge con gli occhi della meraviglia
Questa è la storia di una scintilla di energia, è il racconto di un episodio del tutto normale ma che ha dello straordinario, se lo si riesce a leggere con gli occhi della meraviglia, è la voglia di far fare un po’ di rumore ai mille alberi che crescono per contrastare il fragore assordante di quello che cade.
E’ la storia dell’incontro tra Gaia, Giorgia, Elena, Benedetta, Elisa, Nicola, Letizia, Carolina, Elena, Vanessa, Chiara, Claudia, Sara, Lupita, Elena, Paolo, Safae, Teresa, Azzurra e Caterina, i ragazzi della classe seconda N della Scuola Secondaria di Primo Grado Mastro Giorgio – Nelli di Gubbio guidata dal Dirigente Scolastico Isa Dalla Ragione, con Giulio, neolaureato in Filosofia all’Università degli Studi di Perugia.
La scolaresca, in gita nel capoluogo umbro fresca di studi su Giovanni e Nicola Pisano, si avvia verso la splendida Fontana Maggiore dove si imbatte in un ragazzo alto, coronato d’alloro, intento nel rito delle foto ricordo con parenti ed amici, che subito cattura la loro attenzione e curiosità. Scattano immediatamente le domande alle insegnanti che li accompagnano: la professoressa di Lettere Giovanna Livia Ghigi e la professoressa di Arte Francesca Pietrini. Da lontano, in un gioco di sguardi, Giulio ed i ragazzi hanno già stabilito un contatto. L’incontro, all’apparenza banale, ha assunto per gli studenti un particolare valore, tanto da desiderare una foto ricordo e chiedere a Giulio “è tanto faticoso studiare?” sentendosi rispondere: “no, se fai ciò che ti piace, continuate a studiare, c’è tanto bisogno, soprattutto di filosofi!”.
Tutto qui. Si, proprio tutto qui, se non fosse che questo breve scambio ci avesse permesso di salutarci tutti più ricchi e più forti, carichi di nuova energia e con chiaro in mente il significato del nostro agire.
Le professoresse hanno realizzato in un istante che il loro lavoro e la loro dedizione di ogni giorno a scuola non sono vane, hanno toccato con mano, grazie a questo piccolo episodio, che le parole dette quotidianamente (con la paura di essere recepite come prediche) sono state profondamente assimilate dai ragazzi, e che tali insegnamenti sedimenteranno nelle loro coscienze e costruiranno adulti consapevoli e responsabili.
I ragazzi, dal canto loro, entusiasti dell’incontro hanno capito che ognuno di loro è speciale, si sono immedesimati nella figura di Giulio che è riuscito, con le sue sole forze, a raggiungere un suo obiettivo, trasmettendo il messaggio che con l’impegno si può conquistare qualsiasi risultato e che il percorso di studi è un arricchimento, non un obbligo, è una necessità per il nostro spirito e per il vivere civile. Così galvanizzati i giovani studenti hanno proseguito il loro percorso di visita con rinnovata energia e profondo interesse.
Dal canto suo, Giulio è orgoglioso di essere stato un condensato “tangibile” dei messaggi trasmessi dalle insegnanti. Probabilmente il suo sguardo fiero ed appagato ha attirato i ragazzi, lo sguardo di una persona che ha, per taluni in modo azzardato, scelto una materia che non porta ad una preparazione professionale immediata ma che è una sua profonda passione che sta perseguendo con impegno e tenacia.
Per ultima io, la mamma di Giulio, che in un attimo ho visto il senso del mio mio agire, di questo giornale, del mio educare mio figlio e della mia volontà di guidarlo con i miei consigli ed il mio esempio lasciandolo però libero nelle sue scelte.
In un istante tutti noi presenti abbiamo visto quella scintilla, che ha dato senso al passato ed ha illuminato, chiaramente, i nostri giorni a venire.
Benedetta Tintillini